La notte del 14 aprile un gruppo fondamentalista islamico chiamato Boko Haram ha rapito più di 200 ragazze nel dormitorio del collegio di Chibok, in Nigeria, dove si trovavano per prepararsi agli esami di fine anno. The Post Internazionale ha raccontato qui la vicenda. Come si è evoluta la situazione?
La pressione internazionale e la rappresaglia
Inizialmente, il governo nigeriano non si è impegnato nella ricerca delle ragazze, sollevando l’indignazione popolare. Le principali città del mondo hanno manifestato in segno di protesta ed è stata lanciata una campagna su twitter, #bringbackourgirls, che ha ricevuto l’approvazione e l’appoggio della giovane attivista pakistana Malala Yousafzai e della first lady americana Michelle Obama, che in un video ha promesso l’intervento del marito Barack.
Tra gli altri capi di stato, David Cameron ha dichiarato che farà il possibile per collaborare con il governo nigeriano e ritrovare le prigioniere.
La pressione internazionale è riuscita a scuotere il governo di Goodluck Ebele Jonathan, il presidente della Nigeria, che ha iniziato le ricerche messo una taglia di 300.000 dollari sulla cattura dei membri di Boko Haram.
Questa iniziativa ha fatto inferocire gli estremisti islamici che hanno preso d’assalto Gamboru Ngala, una città al confine col Cameroon. Gli estremisti hanno approfittato dell’assenza dei militari che sorvegliavano l’area, temporaneamente impegnati in operazioni di ricerca nei dintorni del Lago Chad. Secondo il senatore Ahmed Zanna, si contano 300 morti.
Dove sono tenute le ragazze nigeriane e cosa le aspetta?
Dal giorno del rapimento circolano numerose ipotesi su dove siano le prigioniere e quale destino le attenda. L’ex portavoce del Pentagono John Kirby, che rifiuta di rivelare le sue fonti, sostiene che le ragazze siano state divise in piccoli gruppi per poterle spostare facilmente e che si trovino ancora in Nigeria.
Questo contraddice quanto inizialmente riportato da Halite Aliyu, membro di Borno-Yobe People’s Forum, secondo cui le studentesse sarebbero già state trasferite in Cameroon e Chad.
Gli abitanti delle foresta Sambisa sono invece convinti che le ragazze verranno date in sposa ai militanti del gruppo. Ancora, Shehu Sani, un ex-negoziatore di Boko Haram, sostiene che verranno usate come merce di scambio per liberare i prigionieri del gruppo. Entrambe le voci sono state confermate da due video diffusi da Boko Haram a distanza di pochi giorni.
Nel primo video il leader del gruppo Abubakar Shekau, secondo alcuni sotto effetto di sostanze stupefacenti, conferma di tenere in ostaggio le liceali e di essere intenzionato a venderle al mercato degli schiavi, perché così gli comanda Allah. Qui la traduzione di alcuni passaggi del video:
“Solo perché ho preso qualche ragazzina che stava vendendo educata nel sistema occidentale, tutti ne stanno facendo un grande affare. Lasciatemelo dire: io prendo le ragazze. Ragazze: andatevi a sposare. Noi siamo contro l’educazione occidentale. Io vi dico: basta con l’educazione occidentale. Ripeto: ho rapito le ragazze e le venderò. E so a quale mercato venderle.”
Il leader continua, questa volta in inglese:
“In ogni nazione, in ogni regione, bisogna prendere decisioni. O siete con noi, veri musulmani che seguono il salafismo, o siete con Obama, Francois Hollande, George Bush, Clinton…non mi sono scordato di Abramo Lincon. Ban Ki Moon e chi come lui. Uccidi! Uccidi! Uccidi! Uccidi! Uccidi! Questa è una guerra contro i cristiani!”
Nel secondo video vengono mostrate le studentesse in tradizionali vesti islamiche e coperte di un velo che scende fino ai fianchi. Il gruppo delle ragazze, di cui una parte si professa cristiana, canta il primo verso del Corano con le braccia rivolte verso l’alto.
I militanti dichiarano di aver già convertito all’Islam una buona parte delle giovani fedeli che saranno liberate per essere poi scambiate con i prigionieri Boko Haram. Non hanno invece rivelato quali siano i piani per le ragazze che non hanno ancora disconosciuto la fede cristiana. Il presidente Goodluck ha in seguito dichiarato che si rifiuta di trattare con i terroristi.
Accuse
Amnesty International ha mosso una gravissima accusa contro il governo nigeriano. Secondo testimonianze raccolte sul terreno, il quartier generale delle forze armate di Maiduguri era stato avvisato dell’attacco con almeno quattro ore di anticipo. L’assenza di personale e di risorse, oltre al timore di un corpo a corpo con gli estremisti, ha impedito l’invio di rinforzi.
Queste accuse seguono alle critiche già mosse contro il governo di Goodluck che aveva diffuso in precedenza notizie false sullo stato delle ricerche.
Cosa succede adesso?
Secondo le ultime indiscrezioni, i servizi segreti nigeriani conoscono il luogo di detenzione delle prigioniere, ma i piani su un possibile intervento non sono ancora stati divulgati.
Anche nella migliore delle ipotesi che tutte le studentesse vengano liberate, Goodluck dovrà affrontare la sfida più difficile: convincere le famiglie a continuare a mandare le figlie a scuola. Una ragazza che è riuscita a scappare ha dichiarato in un’intervista alla CNN che, quando la sua scuola verrà riaperta, non tornerà a studiare.
Allo stesso modo, i genitori si trovano a dover decidere tra la sicurezza e l’istruzione delle loro figlie. Per non scoraggiare l’educazione femminile in un paese con un tasso di istruzione già bassissimo, Goodluck dovrà garantire la sicurezza nelle scuole aumentando la presenza dei militari sul territorio e consegnare Boko Haram alla giustizia.
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