Il 15 ottobre 2017 si sono svolte le elezioni presidenziali nel Kirghizistan.
Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come
Secondo i dati preliminari ufficiali riportati da Bloomberg, Sooronbai Jeenbekov, ex primo ministro sostenuto dal leader uscente Almazbek Atambayev, ha vinto al primo turno con il 54,3 per cento dei voti.
Secondo i sondaggi pre-elettorali, gli analisti non si aspettavano che nessuno dei candidati potesse raggiungere la soglia del 50 per cento.
Omurbek Babanov, primo ministro del paese dal 2011 al 2012 e tra i favoriti per la vittoria finale, si è fermato al 33,4 per cento.
“Le elezioni si sono svolte, un candidato ha avuto più voti dell’altro e questo significa che ha vinto”, ha detto Babanov, che ha inoltre invitato i suoi elettori a “non cedere alle provocazioni”.
Secondo Babanov, che ha parlato dal suo quartier generale a Biškek, la capitale kirghiza, il paese ha prima di tutto “bisogno di stabilità”.
Il voto si è svolto nel dubbio di possibili brogli, dal momento che nel corso della campagna elettorale sono stati riportati numerosi episodi di violazione delle regole da parte dei candidati presidenziali e dei loro partiti.
Il presidente uscente Almazbek Atambayev ha accusato le autorità del vicino Kazakistan di interferenze per far vincere Omurbek Babanov.
Nonostante le perplessità, il segretario generale della Comunità degli stati indipendenti (Csi) e capo della missione di monitoraggio elettorale dell’organizzazione, Sergej Lebedev, ha dichiarato che le elezioni in Kirghizistan si sono svolte nel rispetto delle leggi e del diritto internazionale.
Gli osservatori europei hanno invece detto che compravendita di voti e problemi procedurali hanno inficiato lo svolgimento delle elezioni.
Il Kirghizistan, repubblica indipendente dalla caduta dell’Unione Sovietica, è una nazione di sei milioni di persone. I suoi primi due presidenti post-sovietici sono stati destituiti a causa del malcontento popolare.
Le elezioni del 15 ottobre rappresentano un traguardo storico per il paese, perché per la prima volta nella storia del Kirghizistan un presidente eletto lascerà pacificamente il potere dopo la fine del suo mandato.