Il governo cinese cambia quotidianamente la lista dei siti bloccati agli utenti di internet.
Nel paese asiatico sono censurati quasi tutti i maggiori social network, come Facebook, Twitter, Instagram e Flickr; le piattaforme di blogging, come WordPress, Blogspot; i vari servizi di Google e le testate giornalistiche, dal New York Times a Le Monde.
Le censure adottate dal governo cinese non hanno intimidito i netizen cinesi, cittadini che partecipano attivamente alla vita di internet, sopratutto con l’utilizzo dei social network. Si è diffuso un secondo mondo virtuale, con sistemi home made, che hanno fatto fiorire molti canali di rete sociale.
L’installazione di una VPN è una delle soluzioni adottate. Si tratta di un software che maschera l’indirizzo IP, che identifica univocamente un dispositivo collegato alla rete, in modo che il pc o lo smartphone sembrino connessi da un altro stato, come gli Stati Uniti o il Giappone.
La VPN permette di bypassare il blocco ed accedere ai siti senza problemi.
“Ufficialmente Facebook ancora non può essere utilizzato, ma la maggior parte dei giovani pechinesi utilizza l’escamotage della VPN”, ha spiegato a TPI Zhao Hong Yan, una studentessa di 28 anni che vive a Pechino ed è proprietaria di un negozio di accessori femminili.
“L’educazione e l’attenzione dei ragazzi cinesi è sempre più rivolta all’internazionalizzazione e all’estero. Il governo cinese vuole fermare l’utilizzo di questo social perché circolano troppe informazioni, ma probabilmente sono più spaventati dall’utilizzo futuro che se ne può fare. Direi che le motivazioni sono anche economiche e riguardano la concorrenza tra gli Stati Uniti e la Cina”.
Gli strumenti di messaggistica istantanea più impiegati sono WeChat, Qzone, QQ e Weibo.
WeChat è la più utilizzata su base mensile, non solo per scambiare messaggi testuali e vocali, ma anche per seguire gli aggiornamenti dei propri contatti e delle pagine attraverso la sezione Moments.
L’applicazione più diffusa è QQ, che alla fine del 2013 contava 808 milioni di account attivi.
Al netto delle applicazioni ibride tra la messaggistica e la componente social, il social network puro più diffuso in Cina è Qzone, con circa 630 milioni di utenti attivi ogni mese.
“I temi di attualità, come le notizie, sono trattati su WeChat e Weibo: tutto quello che accade è condiviso su internet, grazie alla rete”, continua Zhao. “In questo periodo l’inquinamento è un tema che sta molto a cuore ai giovani pechinesi. Molte persone si sono documentate sempre di più, vista l’incidenza del cancro sulla popolazione e la diffusione di campagne per l’incentivazione all’acquisto di auto elettriche tramite i social”.