Il Financial Times: ora che c’è Mario Draghi l’Italia non è più “delinquente”
Un “delinquente giovanile” diventato modello per tutta l’Unione Europea. Così viene descritta in un articolo del Financial Times la trasformazione dell’Italia agli occhi degli altri leader europei dopo l’arrivo di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio.
“L’Italia è sempre stata vista come il delinquente giovanile dell’UE e adesso è l’europeo modello”, ha detto al quotidiano britannico Jana Puglierin, Senior Policy Fellow dell’European Council on Foreign Relations, in un articolo che racconta il ritorno dell’Italia “al cuore” del processo decisionale in Europa.
Il termine “delinquent” usato in inglese anche per indicare chi è insolvente, è stato ripreso anche nel titolo dell’edizione cartacea, a evidenziare quanto sia cambiata la percezione di un’Italia che secondo il quotidiano era considerata a rischio di diventare un “paria” all’interno dell’UE solo fino a due anni fa. Allora il presidente della Francia Emmanuel Macron richiamava l’ambasciatore a Roma dopo l’incontro tra il leader del Movimento 5 Stelle e vice presidente del Consiglio Luigi di Maio con gli esponenti del movimento di protesta francese dei Gilet gialli. Secondo il quotidiano di Londra, i diplomatici italiani si sentivano “sempre più isolati” e rappresentavano un governo visto da molti come un partner “instabile e inaffidabile” e “guidato da politici che volevano indebolire l’UE e flirtare con Mosca e Pechino”.
Oggi, secondo il Financial Times, Draghi tiene regolarmente conversazioni telefoniche con Macron, l’ultima delle quali settimana scorsa. Un rapporto “buono e facile” quello tra Macron e Draghi, che secondo il ministro per gli Affari europei della Francia, Clément Beaune, risale a quando Draghi era presidente della Banca centrale europea e Macron ministro dell’Economia. Secondo Beaune, all’ultimo vertice europeo hanno sposato la stessa linea, chiedendo di espandere il piano di ripresa post-pandemica e proposte più ambiziose per gli investimenti.
“L’Italia è tornata in Europa”, ha dichiarato Alexander von Lambsdorff, portavoce per la politica estera
del Partito Liberale Democratico della Germania, aggiungendo che “un’Europa forte ha bisogno di un’Italia forte”.
Secondo il quotidiano finanziario, Draghi ha sorpreso molti quando a febbraio è diventato il primo leader europeo a bloccare le esportazioni di vaccini contro Covid-19 fuori dall’UE, una decisione “rischiosa” presto sostenuta dal governo francese, che ha consentito alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen di chiedere misure più restrittive sulle esportazioni. Un altro momento significativo sarebbe arrivato ad aprile, quando ha aperto un caso diplomatico con la Turchia definendo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan un “dittatore di cui si ha bisogno” e distogliendo l’attenzione dalla disavventura diplomatica del “sofagate”.
Secondo Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri del primo governo Conte e ministro per gli affari europei nei governi Monti e Letta, un importante elemento di cambiamento è la presenza di un capo del governo con “una vasta esperienza professionale nel trattare con governi e controparti stranieri”.
Il Financial Times ritiene che uno dei punti di forza di Draghi sia, paradossalmente per un capo del governo italiano, la sua longevità. “Fintanto che manterrà il sostegno dei partiti politici italiani, rimarrà fino alle prossime elezioni politiche italiane nel 2023”, afferma il quotidiano, che sottolinea come nei prossimi mesi la Germania si preparerà alla successione di Angela Merkel e nel 2022 Francia si terranno le elezioni presidenziali.
Un piano “critico” per l’UE
La scorsa settimana il Financial Times aveva già definito “critico” per la credibilità degli sforzi per la ripresa dell’Unione Europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che oggi Draghi ha presentato in parlamento. Il piano italiano prevede 30 miliardi di euro dal “Fondo di accompagnamento al Pnrr” e 191,5 miliardi di euro di prestiti e sussidi dal Next Generation EU, il fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa dalla pandemia approvato l’anno scorso dai paesi dell’UE.
Questa settimana anche la rivista britannica The Economist ha parlato dell’entusiasmo suscitato in Italia e in Europa dal nuovo presidente del Consiglio italiano, mettendo in risalto i rischi che possono derivare dalla diffusione di questa “sindrome del salvatore”.
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