*** L’intervista è stata pubblicata in lingua araba sul quotidiano egiziano Shorouk
La missione EUNAVFOR MED IRINI ha indagato su circa 1.400 navi e 130 voli, monitorando 16 tra porti e terminal petroliferi oltre a 25 aeroporti e presentando alle Nazioni Unite ben 17 rapporti speciali contenenti prove di traffici illegali. In un’intervista al quotidiano egiziano Shorouk News, la prima concessa a una testata araba e pubblicata in esclusiva in italiano su TPI, l’ammiraglio Fabio Agostini, comandante dell’operazione europea in corso al largo della Libia, rivendica i risultati raggiunti finora dalla missione, sottolineando che si tratta di uno strumento importante per creare le giuste condizioni diplomatiche per promuovere una soluzione permanente alla crisi libica ed esprimendo la disponibilità a svolgere un ruolo nel monitoraggio degli accordi raggiunti per il cessate il fuoco.
“Abbiamo effettuato 61 ispezioni autorizzate a bordo di mercantili”, spiega l’ammiraglio. “Inoltre, abbiamo ispezionato 6 navi mercantili una delle quali è stata dirottata verso un porto ellenico, impedendo la consegna di carburante per jet militari”.
Sin dall’inizio della missione, chiarisce Agostini, IRINI ha presentato alle Nazioni Unite 17 rapporti speciali contenenti prove di traffici illegali. “Nonostante l’operazione IRINI sia iniziata in piena pandemia di Covid-19 ha già prodotto risultati evidenti e si è dimostrata imparziale ed equilibrata”, sottolinea il comandante.
“Possiamo fermare ed ispezionare mercantili sospetti e segnalare all’ONU eventuali violazioni anche via aerea o terrestre”, aggiunge Agostini. “IRINI non è diretta contro nessuno né contro alcun Paese ma applica l’embargo sulle armi in tutta l’Area delle Operazioni, indipendentemente dagli attori coinvolti”.
La conferenza organizzata lo scorso gennaio a Berlino, prosegue l’ammiraglio, rientra nelle attività connesse al processo di pace libico e ha coinvolto molte potenze mondiali, organizzazioni internazionali, regionali e rappresentanti dei Paesi del bacino del Mediterraneo, tutti impegnati per una soluzione pacifica al conflitto armato libico.
“Per raggiungere questo risultato, il 17 febbraio, il Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea ha deciso di lanciare una nuova Operazione volta all’attuazione dell’embargo sulle armi al largo della Libia secondo le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tramite aerei, satelliti e unità navali”, ricorda Agostini.
Secondo il comandante, l’operazione IRINI mantiene quasi gli stessi compiti della precedente missione EUNAVFOR MED SOPHIA, solo in ordine diverso. Il rispetto dell’embargo sulle armi, rimarca l’ammiraglio, costituisce l’obiettivo principale di questa missione e tutti gli altri, come il monitoraggio del contrabbando di idrocarburi, lo smantellamento del traffico di esseri umani e l’addestramento della Marina e della Guardia costiera libica, restano compiti secondari.
L’operazione, rivela Agostini, può contare attualmente sull’assegnazione di tre unità navali in servizio continuo: la fregata tedesca Hamburg, il pattugliatore italiano Cigala Fulgosi e la fregata greca Adrias, oltre a due velivoli di Polonia e Lussemburgo e a un drone italiano. Altri 2 aerei, assegnati alla missione da Francia e Grecia, sono saltuariamente disponibili.
IRINI agisce, secondo l’ammiraglio, nel pieno rispetto e nei limiti stabiliti dalle relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dal diritto internazionale, in particolare dalla Convenzione Onu sul diritto del mare (UNCLOS), e in conformità con le regole di ingaggio approvate dagli Stati membri dell’Ue.
La missione, ribadisce il comandante rispondendo a una domanda sul ruolo svolto da IRINI nel contribuire a risolvere la crisi libica, è ad oggi la più importante operazione militare condotta al mondo nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune dell’Unione europea. “EUNVAVFOR MED IRINI è nata per attuare il Processo di Berlino attraverso l’embargo sulle armi stabilito dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu“, ricorda Agostini.
Secondo l’ammiraglio, la missione non è comunque l’unico mezzo per contribuire alla fine del lungo conflitto libico ma è parte di un processo che coinvolge diversi percorsi politici, militari, economici e umanitari e rappresenta uno strumento importante per porre le condizioni affinché la diplomazia trovi una soluzione permanente in Libia.
L’operazione, evidenzia il comandante, ha permesso lo sviluppo di una notevole rete di cooperazione e di scambi di informazioni con gli attori nazionali e internazionali interessati, fra cui numerose agenzie delle Nazioni Unite, organismi dell’Unione europea e istituzioni statali nazionali per la sicurezza, sottolineando come le collaborazioni più rilevanti a livello europeo siano quelle con FRONTEX ed EUROPOL.
“Irini collabora con UNSMIL, con il Gruppo di Esperti per la Libia delle Nazioni Unite, così come con altre realtà sovranazionali”, ricorda l’ammiraglio Agostini. “Ovviamente auspichiamo di poter collaborare presto con il Governo di Accordo Nazionale libico per riprendere l’addestramento della Marina e della Guardia costiera libica così come avveniva con l’operazione Sophia”.
“Nel Mediterraneo centrale, nello svolgimento dei compiti previsti, l’operazione IRINI ha sviluppato una solida esperienza nelle attività di monitoraggio non solo in mare, ma anche via aria e a terra”, conclude il comandante, guardando al futuro in Libia, soprattutto dopo il raggiungimento del cessate il fuoco permanente. “La nostra imparzialità è garanzia di professionalità e credibilità: su questa base, se necessario e richiesto dalle autorità libiche o dalle Nazioni Unite e con l’approvazione degli Stati membri dell’Ue, IRINI è pronta a fare la sua parte anche nel monitoraggio degli accordi di cessate il fuoco”.