Colpo di Stato in Sudan: arrestati il capo del governo Hamdok e altri ministri. Al-Burhan annuncia lo scioglimento del governo di transizione
In Sudan il presidente e capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan ha proclamato lo stato d’emergenza e la dissoluzione del governo di transizione che guidava il paese dalla fine del regime trentennale di Omar al-Bashir nel 2019, dopo l’arresto del primo ministro Abdalla Hamdok e di altri ministri. Stamattina migliaia di persone sono scese in strada nella capitale Khartoum per protestare contro il tentativo di colpo di Stato, arrivato al culmine delle tensioni tra militari e civili che negli ultimi due anni hanno governato assieme per traghettare il paese verso libere elezioni.
Nel suo discorso, al-Burhan ha affermato che l’intesa del 2019 per la condivisione del potere tra militari e civili è degenerata in una disputa che minacciava la pace e la sicurezza del paese, annunciando lo scioglimento del governo e del Consiglio sovrano da lui stesso presieduto, creato dopo la caduta del regime di al-Bashir e composto da sei civili e cinque militari. Al-Burhan ha anche annunciato la rimozione dei governatori provinciali, affermando che le elezioni si terranno a luglio 2023. Il tenente generale avrebbe dovuto lasciare a Hamdok la presidenza del Consiglio a novembre, consegnando finalmente la guida del paese a un civile.
Stamattina il ministero dell’Informazione del paese ha confermato l’arresto del primo ministro, affermando che Hamdok si sarebbe rifiutato di dare il proprio sostegno al colpo di Stato. Il ministero ha anche dichiarato che oltre ai ministri sarebbero stati arrestati da “forze militari congiunte” anche i membri civili del Consiglio sovrano, aggiungendo che è stato interrotto internet.
L’Associazione dei professionisti sudanesi (Spa), composta da diverse organizzazioni che hanno prima protestato contro il regime di al-Bashir e successivamente sostenuto il governo di transizione, ha affermato che sono stati arrestati almeno cinque membri del governo, chiedendo alla popolazione di scendere in strada per protestare contro il tentativo di golpe.
Poco più di un mese fa, il paese era stato scosso da un altro tentativo di colpo di stato da parte di militari considerati vicini al leader deposto al-Bashir, a sua volta arrivato al potere nel 1989 con un golpe. Il tentativo era fallito con l’arresto di 21 ufficiali e diversi soldati, ma non ha fatto altro che acuire le tensioni tra civili e militari nella gestione della transizione che dovrebbe portare a elezioni, in precedenza posticipate dal 2022 al 2024. Nelle scorse settimane si sono tenute proteste nelle strade della capitale Khartoum e della vicina Omdurman da parte sia di sostenitori dei militari sia di chi chiede la fine della presenza dell’esercito nel governo del paese.
Gli Stati Uniti avevano tentato una mediazione nel fine settimana, quando l’inviato speciale per il Corno d’Africa Jeffrey Feltman ha incontrato leader sia militari che civili. Lo stesso Feltman oggi ha affermato che gli Stati Uniti sono “profondamente allarmati” dalle notizie del colpo di Stato.