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    Colpo di stato nel Burkina Faso

    Le Guardie presidenziali del Burkina Faso, fedeli all'ex presidente Compaoré, hanno sciolto il governo transitorio a poche settimane dalle elezioni presidenziali

    Di TPI
    Pubblicato il 17 Set. 2015 alle 11:07 Aggiornato il 9 Set. 2019 alle 19:33

    Gli ufficiali del Rsp, le Guardie presidenziali del Burkina Faso, hanno annunciato nella mattina di oggi, 17 settembre 2015, la dissoluzione del governo di transizione del presidente Michel Kafando, in ciò che appare essere un colpo di stato.

    Ieri, i soldati del Rsp – fedeli all’ex presidente Blaise Compaoré, estromesso il 31 ottobre 2014 dopo 27 anni di governo – hanno fatto irruzione in una riunione di gabinetto nella quale i ministri stavano organizzando il processo elettorale che avrebbe dovuto portare una maggiore stabilità alla neonata democrazia del Paese, in vista delle presidenziali dell’11 ottobre 2015. Le Guardie hanno trattenuto i ministri presenti sul luogo e arrestato il presidente Kafando e il primo ministro Yacouba Isaac Zida. 

    La detenzione dei due ufficiali ha subito scatenato le proteste della popolazione che è scesa in piazza nella capitale Ouagadougou. I militari hanno aperto il fuoco per disperdere la folla. In risposta, alcune sedi del partito dell’ex presidente Compaoré, il Congresso per la democrazia e il progresso (Cdp), sono state attaccate e danneggiate.

    Secondo la legislazione del Burkina Faso, i membri del Cdp sono ineleggibili, così come i sostenitori della modifica costituzionale che Compaoré voleva effettuare, prima delle sue dimissioni, per poter rimanere al potere.

    Le ragioni di questa azione non sono state rivendicate, ma dalla situazione politica del Paese emerge un duplice scenario.

    Due giorni prima dell’accaduto, una commissione governativa aveva proposto lo scioglimento del corpo delle guardie presidenziali. La detenzione dei due ufficiali potrebbe quindi essere considerata un atto di protesta da parte del Rsp.

    Una seconda opzione è che sia invece un tentativo da parte dei militari di prendere il potere a poche settimane dalle elezioni di ottobre, che avrebbero dovuto decretare il nuovo presidente del Burkina Faso.

    Le Nazioni Unite e l’Unione africana hanno immediatamente richiesto il rilascio degli uomini, condannando l’azione. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha definito gli arresti come una flagrante violazione della Costituzione del Burkina Faso.

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