Quattro militari italiani sono rimasti feriti dopo che due razzi, presumibilmente di Hezbollah, nella tarda mattinata di oggi, 22 novembre, hanno colpito ancora una volta il quartier generale di Unifil. Martedì scorso altri otto razzi avevano centrato la base di Shama, coinvolgendo cinque militari della forza multinazionale Onu.
Secondo quanto riporta l’Ansa, i quattro militari italiani della missione Unifil rimasti coinvolti nel lancio di razzi contro la base di Shama, nel Sud del Libano, avrebbero riportato ferite lievi. Tra le prime ipotesi quelle che l’attacco sia responsabilità di Hezbollah, ma si indaga per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.
Quelli che hanno colpito la base Unifil “dovrebbero essere due missili, da quello che si vede, lanciati da Hezbollah. Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo e così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione”, così “diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato”. Queste le parole del ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, a Torino. “Pare che nessuno abbia ferite gravi, si tratta solo di escoriazioni e un luogotenente pare abbia ferite leggere. Nessuno di loro è in pericolo” ma “è intollerabile quanto accaduto”.
“I terroristi nel sud del Libano mettono a rischio la sicurezza della popolazione civile e dei caschi blu”, ha invece dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.