Nella giornata di martedì 31 maggio, Facebook, Twitter, Google, YouTube e Microsoft hanno accettato di adeguarsi a un codice di condotta promulgato dall’Unione europea
per combattere ogni forma di incitamento all’odio su Internet.
I governi dell’Ue hanno infatti cercato negli ultimi mesi di
far sì che le piattaforme social si impegnassero a reprimere l’aumento del
razzismo online a seguito dei recenti attacchi terroristici e della crisi dei migranti.
Nell’accordo con la Commissione europea è previsto che le
compagnie in questione analizzino entro 24 ore la maggior parte delle richieste
di rimozione dei post considerati portatori di odio, e che se necessario rimuovano
i contenuti.
“Non c’è posto per chi incita all’odio su Facebook”, ha
dichiarato Monika Bickert, responsabile del Global Policy Management di Facebook:
“Con una comunità globale di 1,6 miliardi di persone, lavoriamo duro per far
sì che ci sia un equilibrio tra il dare alla gente la possibilità di esprimersi
e al tempo stesso garantire un ambiente in cui regni il rispetto”.
Twitter ha sospeso oltre 125mila account a partire dalla metà
del 2015, accusati di minacce o di promuovere atti terroristici, principalmente
legati all’Isis. Gli Stati Uniti hanno intrapreso iniziative analoghe per
invogliare la collaborazione delle aziende tecnologiche nella lotta contro la
radicalizzazione online, concentrandosi sulla promozione di “contro-narrazioni”
alternative ai contenuti estremisti.