Venerdì 29 aprile la Corte suprema colombiana ha legalizzato i matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Adesso la Colombia, una nazione tradizionalmente conservatrice e a maggioranza cattolica, è la quarta nazione dell’America Latina a permettere i matrimoni gay, insieme a Argentina, Brasile e Uruguay. In Messico il matrimonio omosessuale è legale nella capitale e in alcuni stati.
Per la prima volta nel 2011 la corte costituzionale colombiana aveva riconosciuto le coppie omosessuali come famiglie e aveva ordinato al parlamento di approvare una legge che riconoscesse loro gli stessi diritti delle coppie eterosessuali.
Se il parlamento non fosse riuscito a passare una legge sul tema entro il giugno 2013, le coppie gay avrebbero potuto automaticamente formalizzare la loro unione davanti a un giudice o un notaio. Ma i principi stabiliti dalla corte erano vaghi e molte coppie sono rimaste in un limbo normativo.
A inizio aprile la corte costituzionale ha dato il via libero definitivo contestando una decisione dei giudici che avrebbe impedito ai notai di registrare le unioni, ritenendola discriminatoria.
Nel 2015 la corte aveva già autorizzato le adozioni per le coppie gay, ma un senatore aveva proposto un referendum popolare per abrogare la legge. Adesso gli attivisti temono la stessa sfida per i matrimoni omosessuali.
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