Il governo colombiano e i ribelli delle Farc hanno annunciato sabato 12 novembre di aver raggiunto un accordo per una nuova versione dell’accordo di pace volto a porre fine a 52 anni di conflitto, a sei settimane dal referendum popolare che aveva respinto l’accordo originale perché ritenuto troppo indulgente nei confronti degli ex guerriglieri marxisti.
Bogotà e le Farc, che hanno portato avanti le trattative per quattro anni sotto gli auspici di del governo cubano, hanno detto di aver incluso nel nuovo accordo le proposte avanzate dall’opposizione, dai leader religiosi e altri.
Il presidente Juan Manuel Santos spera questa volta di raccogliere il consenso di tutta la nazione dopo un momento difficile in cui sembrava che il processo di pace dovesse naufragare.
“Invitiamo tutta la Colombia e la comunità internazionale ad appoggiare questo nuovo accordo e la sua rapida implementazione affinché possiamo lasciarci la tragedia della guerra alle spalle, la pace non può più aspettare”, hanno dichiarato le due parti in un intervento congiunto.
L’intesa raggiunta sabato conferma l’assegnazione di dieci seggi parlamentari ai rappresentanti delle Farc fino al 2026.
Tuttavia il nuovo accordo non sarà integrato nella costituzione colombiana e le Farc dovranno rendere pubblici tutti i loro beni, che saranno destinati al risarcimento delle vittime della guerriglia e delle loro famiglie.
Inoltre, l’accordo estromette i magistrati stranieri dai tribunali speciali per la pace che saranno operativi per dieci anni e dovranno instaurare tutti i procedimenti entro i primi due, e richiede alle Farc di fornire informazioni esaustive circa il suo coinvolgimento nel traffico di droga.
L’intesa non accontenta chi voleva i combattenti delle Farc condannati dai tribunali speciali dietro le sbarre (al posto della pena detentiva sono previste punizioni alternative). Inoltre, non si è parlato di vietare ai leader della Farc che hanno scontato la loro pena di correre per i pubblici uffici, secondo quanto dichiarato da Santos.
Secondo fonti a lui vicine, l’ex presidente Alvaro Uribe, che aveva guidato l’opposizione al primo accordo, non è soddisfatto di questa nuova intesa.
Santos ha vinto il mese scorso il premio Nobel per la pace proprio in virtù dei suoi sforzi verso una risoluzione dell’ultradecennale insurrezione colombiana.
Leggi l'articolo originale su TPI.it