Domenica 15 maggio, durante i colloqui di pace che si stanno
svolgendo all’Avana in questi giorni, il governo colombiano ha raggiunto un
accordo per la liberazione dei bambini soldato reclutati fino ad oggi dal
gruppo ribelle armato delle Farc.
In particolare la priorità è stata data ai ragazzi di età
inferiore ai 15 anni, che saranno trattati come vittime di guerra e saranno
perdonati nei casi in cui la legge colombiana lo consenta. L’accordo riguarderà
anche i combattenti minori di 18 anni, e i ragazzi saranno restituiti alle
famiglie quando sarà possibile.
Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali
saranno invitate a sorvegliare il reinserimento dei bambini nella società.
Né il governo colombiano né le Farc hanno fatto presente
quanti bambini e adolescenti in totale rimangono ancora nel gruppo armato. Secondo i ribelli sarebbero 13 i soldati minori di 15 anni attualmente
reclutati.
Secondo l’agenzia per la protezione dei minori del governo,
circa 6mila bambini hanno abbandonato i gruppi armati negli ultimi 17 anni, di
cui il 60 per cento era affiliato alle Farc.
L’accordo sui bambini soldato segue quelli già firmati sulla
riforma agraria, sulla trasformazione delle Farc in un partito politico, sulla
giustizia, sulla guerra contro la droga, lo sminamento e la ricerca dei
dispersi.
Gli analisti sostengono che il reinserimento degli ex
bambini soldato nella società tradizionale sarà un test cruciale sul successo dell’accordo
di pace in Colombia: molti temono infatti che i combattenti possano essere reclutati
da gruppi criminali.