La Colombia ha annunciato mercoledì 30 marzo l’avvio dei colloqui di pace con l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), il secondo principale gruppo ribelle nella nazione.
I colloqui avranno luogo in Ecuador e potrebbero rappresentare un ulteriore passo in avanti della Colombia per porre fine a cinquant’anni di conflitto con i gruppi ribelli.
Resta ancora da chiarire quando i guerriglieri deporranno le armi e come includerli nel sistema politico colombiano una volta che l’accordo verrà raggiunto.
Dall’inizio del conflitto nel 1964 oltre 220mila persone sono morte in Colombia negli scontri tra l’esercito regolare, i ribelli comunisti e i paramilitari di destra.
Alcuni recenti attacchi e rapimenti dell’Eln avevano fatto naufragare qualsiasi tentativo di accordo e il governo stava per abbandonare il tavolo delle trattative durante i primi contatti informali, ma i ribelli nelle ultime settimane hanno rilasciato due ostaggi in segno di collaborazione.
L’Esercito di liberazione nazionale è nato nel 1964 sull’onda della rivoluzione cubana del 1959. Tra i fondatori c’era il prete gesuita Camilo Torres, seguace della teologia della liberazione, il movimento nato all’interno della chiesa cattolica in America Latina come risposta alle dilaganti ingiustizie e la povertà delle classi più povere.
Nell’esercito combattono oltre 2,000 guerriglieri. Finanziato con estorsioni, traffico di droga e i riscatti dei rapimenti, l’Eln ha compiuto le azioni più sanguinose a partire dagli anni Novanta.
Nell’ottobre del 1998 fecero esplodere un oleodotto nella provincia di Antioquia, causando la morte di 84 persone. L’anno scorso undici soldati sono stati uccisi in un’imboscata durante le elezioni locali mentre stavano trasportando urne.
I colloqui sono distinti da quelli tenuti dal governo colombiano con le Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia, il più grande gruppo ribelle all’interno della nazione.
Nel settembre dello scorso anno ha avuto inizio il processo di pace con la firma di un negoziato tra il governo e i guerriglieri, ma le trattative sono a un punto morto dopo che le parti in causa non sono riuscite a trovare un accordo finale la settimana scorsa, limite che si erano fissate per la pace.
Firmato l’armistizio, le Farc si trasformeranno, con il sostegno del presidente colombiano Santos, in un partito politico.
Il negoziato prevedeva anche la formazione di alcuni tribunali speciali atti al giudizio dei crimini commessi durante la guerriglia con pene fino ai venti anni di detenzione e l’amnistia “più ampia possibile” per i guerriglieri.