La superficie di terreno utilizzata per la coltivazione delle piante di coca in Colombia è aumentata del 44 per cento nel 2014, secondo un report delle Nazioni Unite pubblicato il 2 luglio.
– Le piantagioni sono cresciute da 48mila ettari nel 2013 a 69mila ettari nel 2014.
– La produzione di cocaina, in proiezione, potrebbe essere incrementata dalle 290 tonnellate nel 2013 alle 442 tonnellate nel 2014.
– L’aumento dell’estensione della piantagioni è stato registrato sopratutto nel sud del Paese, nelle regioni sotto il controllo del gruppo ribelle delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Nella provincia meridionale di Putumayo, per esempio, la coltivazione di coca è aumentata del 78 per cento in un solo anno.
Secondo il rapporto dell‘ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), che monitora le piantagioni via satellite, i contadini hanno incrementato la produzione per paura che un eventuale accordo tra il governo e le Farc porti all’approvazione di un programma per eradicare le piante di coca, che spesso costituiscono l’unica fonte di guadagno per gli agricoltori.
I negoziati di pace tra governo e Farc sono stati avviati dal presidente colombiano Juan Manuel Santos nel febbraio del 2012 all’Avana, a Cuba. Le trattative mirano a porre fine al conflitto armato che va avanti dal 1964 e che finora ha causato la morte di 220mila persone e oltre quattro milioni di profughi.
Uno dei punti discussi riguarda la lotta al narcotraffico e i ribelli delle Farc hanno accettato di incoraggiare i contadini ad abbandonare la produzione di coca per dedicarsi a colture legali.
Il 14 maggio 2015 il ministro della Salute colombiano ha annunciato che avrebbe sospeso il programma di eradicazione delle piante di coca con le fumigazioni aeree, a causa dei possibili effetti nocivi sulla salute.
Uno studio dello Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro che fa parte dell’organizzazione mondiale della sanità, ha classificato il glifosato – principio attivo del round-up, il diserbante utilizzato in Colombia – tra le sostanze “probabilmente cancerogene”.
La Colombia è l’unico Paese al mondo in cui sono state autorizzate le fumigazioni aeree di glifosato sulla coca. Impiegate già da metà degli anni Novanta, le fumigazioni aeree si intensificarono a partire dal 2000.
In quello stesso anno gli Stati Uniti approvarono il Plan Colombia, accordo bilaterale che prevedeva una strategia per risolvere il conflitto civile colombiano e lottare contro il narcotraffico. Negli ultimi vent’anni il round-up è stato distribuito su circa quattro milioni di ettari di terreno in Colombia.
Il ministro della Giustizia Yesid Reyes ha inoltre definito le fumigazioni un metodo “poco effettivo” e il report delle Nazioni Unite di luglio 2015 conferma che la produzione di cocaina non è affatto diminuita nonostante il programma di eradicazione.
“La lezione è che i nostri metodi di lotta al narcotraffico sono insufficienti”, ha detto il ministro. “Le fumigazioni aeree con il glifosato ne sono un esempio”.
Dopo aver spruzzato diserbante su quattro milioni di ettari negli ultimi 12 anni, sono stati eliminati soltanto 12mila ettari di piantagioni di coca. Parafrasando la celebre frase di Albert Einstein, Reyes ha aggiunto: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.
Secondo Bo Mathiasen, direttore dell’Unodc in Colombia, le migliori soluzioni per fermare la produzione di coca in Colombia sono “la conclusione del conflitto, assegnare la terra ai contadini e rafforzare la presenza dello stato nelle aree in cui si concentrano le piantagioni”.
La Colombia è uno dei più grandi produttori di cocaina al mondo. I traffici di droga sono causa e conseguenza di una prolungata guerra civile.
Da oltre cinquant’anni, il Paese è dilaniato dagli scontri tra i ribelli delle Farc, l’esercito e i paramilitari. La cocaina è servita a finanziare gruppi armati sia di destra che di sinistra, e le lotte per il controllo delle vie delle droghe non hanno fatto che acuire il conflitto.