Giovedì 23 giugno, il governo colombiano e i guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) hanno raggiunto uno storico accordo per porre fine alle ostilità che durano dal 1964.
Dopo tre anni e mezzo di complicati negoziati avviati all’Avana, a Cuba, l’annuncio dell’accordo raggiunto dalle due parti in causa è stato dato giovedì, alla presenza di diversi capi di stato e del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon.
L’accordo è stato visto come un importante passo in avanti sulla definitiva cessazione di ogni forma di ostilità tra il governo colombiano e i ribelli, che negli ultimi cinque decenni ha lasciato sul campo 220 mila morti, 45mila persone scomparse e quasi sette milioni di sfollati.
Come ha scritto il Washington Post, questo significa che le due parti sono riuscite a trovare un compromesso su uno degli aspetti più delicati delle trattativa, ossia sulla smobilitazione di circa settemila combattenti delle Farc e sulla loro conseguente integrazione nella società civile, sotto la protezione delle forze di sicurezza colombiane, loro storiche nemiche.
Dopo l’annuncio e i convenevoli ufficiali – come la stretta di mano tra il presidente colombiano Juan Manuel Santos e il leader delle Farc – i colombiani sono scesi per le piazze e le strade della capitale Bogotà tra balli, abbracci e scandendo l’inno nazionale.
Il raggiungimento di un accordo è senza dubbio un passo importante ma ancora teorico. Affinché abbia effetti è necessaria una firma ufficiale e su questo punto il presidente Santos ha già dichiarato di sperare in questa firma entro la fine del mese di luglio.
Dopo i festeggiamenti per le strade della capitale, che cosa prevede questo accordo:
1) In primo luogo prevede un impegno da parte dei ribelli di deporre le armi entro 180 giorni dalla firma dell’accordo della pace finale;
2) La creazione di zone di transizione temporanee per i circa 7mila ribelli;
3) La sicurezza dei ribelli dovrà essere garantita;
4) Gli osservatori delle Nazioni Unite avranno l’incarico di ricevere tutte le armi del gruppo;
Centinaia di colombiani hanno appreso l’annuncio su uno schermo gigante collocato in una delle piazze centrali di Bogotà, mentre il leader delle Farc, Rodrigo Londoño Echeverri soprannominato Timochenko, ha dichiarato subito dopo l’annuncio che “Questo giorno sarà ricordato come l’ultimo giorno di guerra”.
L’annuncio di un accordo sul cessate il fuoco ha dominato ovviamente tutte le edizioni dei principali giornali colombiani. Il quotidiano di centro sinistra El Espectador ha garantito un’ampia copertura delle notizie e un titolo in prima pagina che recitava “le armi tacciono” trascritto sotto l’immagine di due guerriglieri in azione.
Il quotidiano conservatore El Tiempo ha sottolineato come l’accordo finale dovrà essere firmato in Colombia e non a Cuba, mentre il giornale Medellin ha riportato un commento dell’ex presidente Alvaro Uribe piuttosto scettico sul futuro di pace.
Chi sono le Farc?
Sono le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, ossia il più grande gruppo ribelle della nazione. Il loro nemico principale sono state finora le le forze di sicurezza colombiane nel mirino dei guerriglieri che hanno attaccato stazioni di polizia, postazioni militari o teso imboscate. Come risposta a questo clima di tensione, le forze di sicurezza hanno sempre risposto duramente innescando una guerra civile durata 50 anni.