Non è stata una buona giornata per i colloqui di pace sulla Siria di Ginevra. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura ha incontrato la delegazione del governo di Damasco, martedì 2 febbraio 2016.
Al-Jafaari, dopo due ore e mezzo di colloquio, ha dichiarato alla stampa che de Mistura non ha ancora fornito né un programma preciso dei colloqui né una lista dei partecipanti dell’opposizione.
Secondo al-Jafaari, i colloqui sono ancora in fase preparatoria e ha smentito l’affermazione di de Mistura secondo cui essi sono ufficialmente partiti lunedì primo febbraio quando ha incontrato l’opposizione rappresentata dall’Alto Comitato per i Negoziati (Hnc).
Una fonte interna all’Onu ha fatto sapere che de Mistura ha promesso di presentare una lista dei membri della delegazione dell’opposizione entro mercoledì 3 febbraio.
Nel frattempo, prosegue l’offensiva delle forze lealiste e degli alleati di Bashar al-Assad contro i ribelli in varie aree nell’ovest del paese, mentre martedì 2 febbraio il governo siriano, con il supporto dell’aviazione militare russa, ha colpito le linee di rifornimento dei ribelli nella città settentrionale di Aleppo, sotto attacco dalle prime ore di lunedì primo febbraio.
In seguito a questi eventi, è stato annullato un incontro tra de Mistura e l’Opposizione siriana. I rappresentanti dell’Hnc hanno fatto sapere di non essere disposti a negoziare finché il governo di Damasco non cesserà di bombardare le aree civili, non metterà fine agli assedi e non rilascerà i detenuti.
Il portavoce dell’Hnc Salim al-Muslet ha anche esplicitamente accusato la Russia di aver messo a repentaglio l’intero processo di pace: “la situazione corrente dimostra che il regime e i suoi alleati, in particolare la Russia, sono determinati a rigettare gli sforzi dell’Onu di applicare il diritto internazionale”.
Al-Muslet ha sollecitato la comunità internazionale a mettere pressioni su Mosca, aggiungendo che sembra nessuno sia disposto ad aiutarli davvero e che sebbene nutrano fiducia nei loro amici, hanno bisogno di vedere che stanno realmente facendo qualcosa.
Al-Jafaari ha ribadito che il governo di Damasco prenderà in considerazione le richieste dell’opposizione solo quando il dialogo comincerà ufficialmente. Ha anche messo in discussione le preoccupazioni umanitarie dei ribelli, sostenendo che avrebbero dovuto condannare l’attentato dello Stato islamico di domenica 31 gennaio nel santuario sciita Sayyida Zeinab, che ha causato oltre 60 morti.
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