Migliaia di morti civili, tra cui tanti bambini. Una strage figlia dei raid aerei degli Stati Uniti. La campagna militare nei cieli del Medio Oriente doveva essere “la più precisa della storia” come definita dall’ex presidente Usa Barack Obama, ma così non è stato. Informazioni di intelligence non corrette e target scelti in modo affrettato e impreciso hanno portato alla morte di migliaia di civili. Questo è il quadro emerso dai documenti del Pentagono pubblicati dal New York Times che ha fatto luce sul lato oscuro delle guerre di precisione condotte dagli Stati Uniti.
Il Nyt ha spiegato che i responsabili sono rimasti impuniti così come gli errori. Nessuna azione disciplinare, solo qualche risarcimento alle famiglie delle vittime, meno di una dozzina.
“Nei rari casi in cui gli errori sono pubblicamente riconosciuti, tendono a essere caratterizzati come sfortunati, inevitabili e non comuni” ha riportato il Times. “Anche con la migliore tecnologia al mondo, si verificano errori basati su informazioni incomplete o interpretazioni errate delle informazioni disponibili. E cerchiamo di imparare da quegli errori” ha spiegato al Nyt il capitano Bill Urban, portavoce del Comando centrale degli Stati Uniti, e ha aggiunto: “Lavoriamo diligentemente per evitare tali danni. Esaminiamo ogni istanza credibile e ci rammarichiamo per ogni perdita di vite innocenti”.
Secondo un calcolo dei militari, sono 1417 i civili morti negli attacchi aerei contro l’Isis in Iraq e in Siria, ma dall’inchiesta del Times è emerso che centinaia di decessi non sono stati inclusi. Tra l’amministrazione Obama e quella di Trump, gli attacchi aerei in Iraq, Siria e Afghanistan sarebbero arrivati a oltre 50mila. E nel frattempo migliaia di civili venivano colpiti per imprecisione e negligenza.