Almeno sette civili, tra cui due bambini, sono stati uccisi da un’autobomba esplosa nella penisola del Sinai. L’attentato terroristico è avvenuto lunedì 24 luglio e a riportarlo è stata l’agenzia di stampa Reuters che cita il portavoce ufficiale dell’esercito del Cairo.
I militari avevano fermato un veicolo sospetto a un posto di blocco vicino alla città di Arish, capitale della provincia del Sinai settentrionale, accortisi della minaccia hanno cercato di contenere l’esplosione, avvicinando all’auto un carroarmato.
La bomba però è esplosa prima che il veicolo militare potesse raggiungere il veicolo, uccidendo i civili nelle vicinanze.
Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità per l’attacco. Il portavoce dell’esercito egiziano ha dichiarato che all’interno dell’auto c’erano quattro persone armate, tutte morte nell’attentato.
La penisola del Sinai, scarsamente popolata, è infestata da un gruppo militante armato affiliato al sedicente Stato Islamico che ha proclamato la creazione di una provincia dell’Isis.
Finora, sono rimasti uccisi centinaia di soldati e agenti di polizia egiziani in quella che ha preso i contorni di una vera e propria insurrezione armata. Si stima che nell’area siano attivi tra i mille e i 1.500 miliziani.
La ribellione nella penisola ha fatto seguito al colpo di stato militare che ha deposto il presidente Morsi, legato alla Fratellanza musulmana, il più antico movimento islamista presente nel paese.
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