La giornata di lunedì 14 maggio 2018 è stata segnata dal sangue lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele: l’esercito dello stato ebraico ha aperto il fuoco contro i manifestanti palestinesi, uccidendo 63 persone e ferendone migliaia.
Nelle stesse ore erano in corso dimostrazioni di protesta anche in Cisgiordania.
La mobilitazione aveva per oggetto il trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.
Le proteste, accompagnate da violenze, sono proseguite anche martedì 15 maggio, data che i palestinesi commemorano ogni anno come la Nakba, la catastrofe, all’indomani dell’anniversario della nascita dello stato di Israele.
Un video girato in Cisgiordania mostra il ferimento di un manifestante palestinese che stava semplicemente sventolando una bandiera.
L’uomo è stato colpito da un colpo sparato dall’esercito israeliano, che ha poi ferito anche uno dei soccorritori.
Entrambi sono stati colpiti alle gambe.
Il filmato è stato girato nei pressi dei territori palestinesi di Al-Bireh, a 15 chilometri da Gerusalemme.
L’inviato dell’Onu per il Medio Oriente Nickolay Mladenov ha affermato che “non ci sono giustificazioni” per la “tragedia” di Gaza, rivolgendosi sia a Israele sia al movimento che governa la Striscia, Hamas.
Durante il suo intervento al Consiglio di sicurezza, Mladenov ha riconosciuto che Israele “deve proteggere le sue frontiere dalle infiltrazioni e dal terrorismo”, ma deve farlo in modo “proporzionato” e l’Onu deve “indagare in forma indipendente e trasparente” su quanto accaduto a Gaza.
Il portale israeliano Ynet ha riferito che negli scontri non sono state registrate vittime e che i soldati israeliani hanno risposto “con misure di controllo della folla”.
Dal 30 marzo sono stati uccisi almeno 111 manifestanti palestinesi negli scontri al confine tra Gaza e Israele.
Qui il video del ferimento del manifestante palestinese e di un paramedico ad Al-Bireh: