Il 18 dicembre 1879 nasceva a Gori in Georgia Iosif Vissarionovic Džugašvili, più noto con il nome di Stalin.
Dal 1922 fu segretario del PCUS, il partito comunista – nonché unico partito – dell’Unione Sovietica, e come tale fu capo di Stato, mantenendo l’incarico fino al 5 marzo 1953, data della sua morte.
Ci sono cinque cose, non necessariamente scontate, da sapere su Stalin
1) Durante il periodo delle purghe, nella seconda metà degli anni Trenta – durante il quale vennero sommariamente processati e fatti uccidere presunti oppositori e cospiratori di Stalin – una volta convocò per un colloquio privato alcuni dirigenti e funzionari di cui non si fidava.
Appena entravano nello studio, cominciava a fissarli negli occhi. Se non reggevano lo sguardo, li faceva fucilare perché, secondo lui, era un sintomo di malafede.
2) Stalin fu uno dei primi leader politici a fare ricorso al fotoritocco: alterava a suo piacimento immagini di momenti pubblici o privati cancellando dalle fotografie personaggi che nel frattempo sarebbero stati epurati.
(Nella foto qui sotto: Stalin a sinistra con lo scrittore russo Maksim Gor’kij)
3) Il piatto preferito di Stalin era lo satsivi, un pollo con noci e spezie tipico della Georgia. Nella sua dacia (residenza fuori città tipica della Russia) a Kuntsevo, nei dintorni di Mosca, amava organizzare banchetti lunghi anche oltre cinque ore, durante i quali i commensali erano costretti a partecipare a giochi alcolici e balli di gruppo. Il suo cuoco preferito era Spiridon Putin, nonno dell’attuale presidente russo Vladimir Putin.
4) Il giorno di nascita di Stalin è un argomento di dibattuto. I registri ufficiali dicono sia nato il 18 dicembre 1879, ma lui stesso si cambiò la data di nascità, spostandola al 21 dicembre 1881. Il nome Stalin, con cui è divenuto noto, in russo significa “uomo d’acciaio”.
(Nella foto qui sotto: Stalin)
5) Per quanto sia difficile avere una stima precisa, si stima che durante i 31 anni in cui Stalin è rimasto al potere siano morti circa 20 milioni di cittadini dell’Unione Sovietica a causa della repressione operata dalla dittatura.
– Qui una bellissima storia del giornalista e scrittore americano Nicholas Thompson, pubblicata sul New Yorker, sulla vita di Svetlana Alliluyeva, figlia di Stalin e della sua seconda moglie, Nadežda Allilueva.
Svetlana Alliluyeva è morta nel 2011, ma fino alla sua morte – per un periodo della sua vita – si è scritta molte email con Nicholas Thompson. Qui un video-racconto della loro corrispondenza epistolare.
(Nella foto qui sotto: Svetlana Alliluyeva. “In a childhood game, she would issue orders to her father. He’d answer, ‘I obey’.” Credit: Gasper Tringale)
(Nella foto qui sotto: Stalin a sinistra, Lenin a destra)