Il governo cinese ha annunciato che sta smantellando la politica che impone alle coppie di avere al massimo due figli e ora consentirà loro di averne tre.
É quanto è stato deciso stamattina durante un incontro del Politburo, presieduto da Xi Jinping. Il comunicato fa esplicito riferimento all’invecchiamento della popolazione e alla necessità di “mantenere i vantaggi del Paese nelle risorse umane”. All’orizzonte si intravedono aiuti alle famiglie, sebbene non sia specificata la natura né l’entità. “Le politiche sulle nascite saranno ulteriormente migliorate. Verrà introdotta, con misure di sostegno, una politica che permetta a una coppia di avere tre figli”, recita l’agenzia di stampa Xinhua. L’annuncio giunge a pochi giorni dall’esito dell’ultimo censimento, stando al quale negli ultimi dieci anni il tasso di crescita è stato il più lento da quando nel 1953 il governo ha cominciato a registrare la popolazione su base decennale. Lo scorso anno – complice la pandemia Covid-19 – il numero di nuovi nati è stato di appena 12 milioni, il 20 per cento in meno rispetto al 2019.
In Cina la politica di pianificazione familiare è sfuggita di mano. E tirando le somme del 2020, l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino constata che il ritmo della crescita demografica risulti in calo per il quarto anno di fila, nonostante la parziale liberalizzazione della politica del figlio unico avvenuta nel 2016. Nel 2020 i nuovi nati sono 12 milioni, su una popolazione di 1,41 miliardi. Un dato inferiore ai 14,65 milioni di nuovi nati nel 2019, che a sua volta era inferiore rispetto agli anni precedenti.