Un sistema di valutazione numerico che assegni un punteggio
all’intera popolazione di una nazione in base a categorie come ricchezza
personale, fedina penale e comportamento sui social media: sembra la trama di
un libro di George Orwell, o di una puntata della serie tv Black Mirror, ma si tratta invece di un progetto appena presentato
dal governo cinese.
Il paese asiatico si propone infatti di utilizzare i
“Big Data” per una sorta di rating
collettivo che possa dare a chi governa la possibilità di conoscere più
dettagli possibili sui cittadini e sulla loro storia rispetto allo Stato.
Secondo una nota del Consiglio di Stato, il governo centrale
spera di assegnare entro il 2020 a ogni adulto un codice di credito, oltre a un
documento di identità rilasciato dal governo.
Rogier Creemers, un esperto di Cina all’Università di Oxford che ha tradotto il documento,
ha paragonato questo sistema di controllo della popolazione alle attività del
regime della Germania Est, e ha commentato al riguardo: “L’obiettivo
tedesco era limitato a evitare una rivolta contro il regime. L’obiettivo cinese
è molto più ambizioso: è chiaramente un tentativo di creare un nuovo cittadino.
Si tratta di uno sforzo intenzionale da parte del governo cinese di promuovere
tra i cittadini i valori fondamentali socialisti, come il patriottismo, il
rispetto degli anziani, il lavoro duro e il rifiuto del consumismo eccessivo”.
Basandosi sul comportamento di ogni cittadino, queste
valutazioni dovrebbero essere usate per controllare l’accesso del pubblico a
servizi come l’ottenimento di un prestito, il loro diritto di viaggiare
all’estero e per giudicare se essi meritino di mandare i figli alle migliori
scuole del paese.
Da ora fino al 2020, il Partito Comunista prevede di
raccogliere ogni pezzo di informazione on-line disponibili sulle sue imprese e sui
suoi singoli cittadini, prima di creare un sistema unico di accesso a tutti
questi dati
Già nel 2010 il partito di governo aveva testato un sistema
di valutazione cittadina nella provincia di Jiangsu, in cui i punti – fino a un
massimo di mille – venivano assegnati a ogni residente a seconda della sua
buona o cattiva condotta. A partire da questi punteggi, i cittadini sono stati
classificati in quattro categorie, da A a D, l’appartenenza all’ultima delle
quali portava a misure punitive da parte del governo.