Cile: proteste e scontri: imposto il coprifuoco
Sono ore ad alta tensione in Cile: in seguito alle proteste contro l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico – da cui sono scaturiti violenti scontri con la polizia – il presidente Sebastian Pinera e l’esercito hanno proclamato lo stato di emergenza e un coprifuoco notturno per tutta la popolazione, un provvedimento che non si vedeva nel paese dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet, nel 1990.
Almeno tre persone sono morte nei disordini. Secondo quanto riferisce l’emittente radiofonica cilena Radio Bio Bio, i tre sono morti in un incendio divampato in un supermercato saccheggiato a San Bernardo, sobborgo della capitale Santiago del Cile. I vigili del fuoco hanno trovato due corpi carbonizzati mentre il terzo è morto in ospedale. La polizia ha riferito di 156 agenti e 11 civili feriti, e oltre 300 persone arrestate.
Negozi saccheggiati, metro assaltate
In diverse città del paese supermercati e negozi sono stati saccheggiati. Nei giorni scorsi i manifestanti hanno preso d’assalto alcune stazioni della metropolitana nella capitale: il generale Javier Iturriaga del Campo, incaricato della sicurezza a Santiago del Cile ha parlato di 41 stazioni vandalizzate su 136, mentre Pinera ne ha contate oltre 78. Anche il palazzo dell’Enel nella capitale è stato completamente distrutto da un incendio.
Proteste si sono registrate anche in altre città del Cile: Concepción, Rancagua, Punta Arenas, Valparaíso, Iquique, Antofagasta, Quillota e Talca.
L’aumento delle tariffe del trasporto pubblico
A scatenare la sommossa è stato l’annuncio dell’aumento del 4 per cento dei prezzi della metropolitana con il biglietto base che avrebbe dovuto salire da un dollaro a 1,16 dollari. Il governo ha giustificato il rincaro con la svalutazione della moneta locale, l’aumento dei costi del carburante e la necessità di manutenzione dei mezzi.
Secondo diversi analisti il provvedimento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un malcontento crescente nella popolazione. Le proteste sono iniziate all’inizio della scorsa settimana. Nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 ottobre il centro della città è diventato il teatro di una vera e propria guerriglia urbana. A guidare la protesta è il fronte gli studenti, che hanno allestito barricate agli ingressi delle stazioni della metro.
In seguito alle sommosse il presidente Pinera ha deciso di sospendere i rincari dei biglietti del trasporto pubblico. “Ho ascoltato con umiltà la voce della gente e non avrò paura di continuare a farlo, perché così si costruiscono le democrazie”, ha dichiarato Pinera, sostenuto da una coalizione di centrodestra. “Ho deciso di sospendere l’aumento del metro, ciò che richiederà la rapida approvazione di una legge, finché concorderemo un sistema per proteggere meglio i nostri compatrioti”, ha aggiunto.
Proteste in Cile: imposto il coprifuoco
Ma la rabbia della popolazione non si placa. Allo stato di emergenza in vigore per 15 giorni è stato così aggiunto un coprifuoco, in vigore dalle 22 alle 7 di mattina. Durante questa fascia oraria nessuno può uscire di casa, salvo autorizzazione speciale. A Santiago è stata imposta la chiusura della metropolitana e sono stati sospesi tutti gli eventi del fine settimana. L’esercito è stato chiamato a presidiare le strade al fianco della polizia.
Il coordinatore nazionale degli studenti secondari ha chiesto che la protesta continui. E una nuova grande mobilitazione è in programma per domani, lunedì 21 ottobre.
“Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo. Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota”, ha avvertito Pinera. “Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia”.
Ad aggravare il sentimento di rivalsa contro il presidente da parte della popolazione sono state le immagini catturate dai media che ritraggono Pinera in un ristorante insieme alla sua famiglia nella serata di venerdì, mentre a Santiago infuriavano gli scontri.
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