“Un presidente per tutti i cileni”: di 35 anni, di sinistra, ex leader studentesco. Gabriel Boric sarà il presidente più giovane del Cile dopo la vittoria alle elezioni di domenica. Presterà giuramento il 22 marzo 2022, entrando ufficialmente in carica quel giorno.
Una vittoria che arriva con il 55,87% dei voti – con il 99.95% scrutinati – sull’avversario di estrema destra, Jose Antonio Kast, sconfitto con il 44,13%. Oltre dieci punti percentuali di distacco che mezz’ora dopo la chiusura dei seggi segnano la storia. Kast su Twitter posta una foto in cui, al telefono, fa i complimenti al presidente eletto e scrive: “Ho appena parlato al telefono con Gabriel Boric e mi sono congratulato con lui per il suo grande successo. Da oggi è eletto Presidente del Cile e merita tutta la nostra stima e collaborazione costruttiva. Il Cile è sempre primo”.
Acabo de hablar con @gabrielboric y lo he felicitado por su gran triunfo. Desde hoy es el Presidente electo de Chile y merece todo nuestro respeto y colaboración constructiva. Chile siempre está primero 🇨🇱✌️ pic.twitter.com/AvpBKs0GFT
— José Antonio Kast Rist 🇨🇱 (@joseantoniokast) December 19, 2021
A congratularsi è anche il presidente uscente, Sebastian Piñera: “I cileni hanno dato un esempio di democrazia, tu ne hai fatto parte, mi congratulo con te”. Parlando con lui, Boric ha detto che sarebbe stato il presidente di tutti i cittadini del Cile.
A gioire è il Paese che in queste ore è in festa. A Plaza Italia a Santiago del Cile, luogo simbolo delle proteste del 2019, sventolano le bandiere, suonano i clacson, cantano. C’è un fiume di gente, cortei di automobili e persone sfilano in allegria, fanno il simbolo della vittoria, c’è qualcuno che balla.
Mind-blowing scenes in Santiago, where hundreds of thousands have flocked onto the streets to celebrate Gabriel Boric’s victory pic.twitter.com/uirvG1mVBg
— John Bartlett (@jwbartlett92) December 20, 2021
CHI È BORIC, EX LEADER STUDENTESCO
Nato a Punta Arenas nel 1986, nel sud del Cile, Boric appartiene alla generazione – millennial – che intende “seppellire” ciò che rimane dell’eredità del dittatore Augusto Pinochet la cui dittatura – dal 1973 al 1990 – ha dato alla nazione un modello economico estremo, neoliberista.
Il presidente neoeletto, già nel 2011, è leader delle proteste che chiedono un’istruzione migliore e più economica, durante il suo ultimo anno all’università. Nel 2013 vince le elezioni al congresso cileno e diventa deputato.
Il programma di Boric guarda a temi sociali, vuole ridurre le disuguaglianze del Paese, aumentare le tasse ai “super ricchi”, riformare le pensioni. I prossimi quattro anni sotto la guida dell’ex leader studentesco vedranno il Paese voltare pagina, segnando un netto distacco dall’era – e dai residui di questa – di Pinochet.
KAST, IL CANDIDATO SCONFITTO
Opposto invece il programma di Kast. Padre di nove figli, avvocato di estrema destra, fervente cattolico, accusato di essere omofobo, ultraconservatore che guarda al leader radicale brasiliano Jair Bolsonaro. Paragonato anche a Donald Trump, è un difensore del regime di Pinochet e del libero mercato. Nel suo programma era previsto un taglio delle tasse per le aziende, la costruzione di barriere nel Nord del Cile per impedire ai migranti di entrare illegalmente nel Paese e anche l’abolizione dell’aborto.
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