L’ex dittatore del Ciad, Hissène Habré, è stato condannato per crimini contro l’umanità.
Il processo contro Habré, che si è tenuto a Dakar, in Senegal, è stato visto come una sorta di banco di prova per la giustizia in Africa. I giudici lo hanno condannato all’ergastolo per stupro, schiavitù sessuale e commissione di omicidi.
È la prima volta che un tribunale di un paese dell’Unione africana condanna un ex leader per violazioni di diritti umani. L’ex presidente ha negato l’accusa di essere stato il mandante di 40mila omicidi durante il suo governo, dal 1982 al 1990 e ha definito il processo una farsa, rifiutandosi spesso i comparire alle udienze.
I suoi critici lo hanno spesso definito il “Pinochet africano” a causa delle atrocità che sarebbero state commesse durante il suo governo. Habre era stato arrestato in Senegal, dove fu esiliato, nel 2013.
Nel 2005, un tribunale del Belgio aveva emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, ma poi il processo è stato condotto dal Senegal “a nome di tutta l’Africa”.
Habré era nato nel 1942 da pastori di etnia Toubou nel nord del Ciad. Da ragazzo era poi andato a studiare scienze politiche in Francia.
Prese il potere nel 1982 e fu poi deposto dall’attuale presidente Idriss Deby nel 1990. Tra le torture di cui viene accusato anche quella di alcuni prigionieri tenuti in un’ex piscina e sottoposti a scosse elettriche o asfissia.
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