Secondo l’intelligence statunitense, il presidente della Russia Vladimir Putin è “personalmente coinvolto” negli attacchi hacker avvenuti durante le elezioni presidenziali statunitensi dell’8 novembre 2016.
Il presidente russo avrebbe preso le decisioni chiave nell’operazione informatica, come vendetta nei confronti del partito democratico e di Hillary Clinton, per favorire la vittoria di Trump.
Secondo i funzionari statunitensi, citati dall’emittente Nbc, c’è un “alto grado di certezza” del coinvolgimento in prima persona di Putin.
Le indagini della Central Intellegence Agency (Cia) mostrano come la Russia potrebbe influenzare anche le prossime elezioni francesi e tedesche, sollevando dubbi sull’integrità del voto sulla Brexit.
Il 10 dicembre 2016 il Washington Post aveva riportato un rapporto della Cia secondo cui la Russia avrebbe violato le email private e istituzionali degli Stati Uniti per influenzare l’elezione di Trump.
Putin ha riferito di non aver mai perdonato Hillary Clinton – allora segretario di Stato degli Stati Uniti – per aver messo pubblicamente in discussione l’integrità delle elezioni parlamentari del 2011 in Russia, e l’ha accusata di aver incoraggiato proteste di piazza.
Trump, che ha parlato con calore della sua vicinanza a Putin, ha respinto come “ridicola” l’accusa che la Russia fosse dietro l’hackeraggio contro il partito democratico e Hillary Clinton.
Molti deputati e senatori statunitensi hanno chiesto un’indagine formale da parte del Congresso.