La Chiesa cattolica si prepara a vivere mesi di intense turbolenze. Ciò che è stato nascosto per anni sotto il tappetto rischia di diventare la pietra d’inciampo che potrebbe portare l’istituzione millenaria a divisioni irreparabili. Le questioni morali dell’omosessualità, dell’accettazione delle coppie gay e lesbiche ai sacramenti, l’inclusione delle persone trans, dei divorziati risposati e delle donne che vogliono intraprendere il percorso sacerdotale sono state al centro del dibattito dei sinodi dei vescovi delle conferenze episcopali di tutto il mondo, in preparazione del sinodo mondiale dei vescovi che si terrà in Vaticano nel mese di ottobre del 2023.
Durato per ben tre anni e terminato l’11 marzo 2023, il sinodo della Chiesa cattolica tedesca – che ha visto anche la più alta partecipazione di persone laiche e non consacrate rispetto ai sinodi delle chiese di altri Paesi – ha scatenato un vero e proprio terremoto in Vaticano e nelle chiese più conservatrici di tutto il mondo.
Con un voto di 38 vescovi contro 9 e 11 astensioni, la Chiesa cattolica tedesca per la prima volta nella storia ha ufficialmente riconosciuto la possibilità di benedire le coppie gay e lesbiche con speciali liturgie, che dovranno essere formulate e messe per iscritto nel registro ufficiale delle celebrazioni liturgiche entro il 2026.
La benedizione in chiesa delle coppie omosessuali era qualcosa a cui un numero consistente di cattolici tedeschi era già abituato da tempo. Totalmente diverse dalle celebrazioni eucaristiche del matrimonio tra un uomo e una donna – per le quali la Chiesa ha istituito un sacramento che va avanti da più di 2mila anni – le benedizioni per le coppie omosessuali sono iniziate in Germania e in Belgio nel 2010 grazie all’audacia di alcuni preti che decisero di sfidare i dettami del Catechismo della Chiesa cattolica e della dottrina sociale della Chiesa.
Per il Catechismo della Chiesa cattolica l’omosessualità rimane un fenomeno «in gran parte inspiegabile». Secondo quanto recita il paragrafo 2357, ogni atto omosessuale è da considerarsi «intrinsecamente disordinato», dato che l’interpretazione ufficiale della Sacra Scrittura vede le relazioni omosessuali come «gravi depravazioni» e «contrarie alla legge naturale».
Per questo motivo, il paragrafo 2359 del Catechismo spiega che «le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana».
Salvo ulteriori colpi di scena nei prossimi tre anni, tutto questo non sarà più valido per la Chiesa tedesca a partire dal 2026. Con la risoluzione del documento che ha fatto il giro del mondo votato a maggioranza assoluta il 10 marzo, intitolato “Vivere in rapporti che funzionano. Vivere l’amore nella sessualità e nel rapporto di coppia”, il sinodo tedesco ha posto fine alla clandestinità della pratica delle benedizioni delle coppie gay e di tutte le coppie definite «irregolari» dal Vaticano, come quelle che coinvolgono divorziati risposati, quelle formate da conviventi sposati solo secondo i riti civili o da un soggetto cattolico e un non-cattolico.
Secondo il documento, «le offerte di celebrare le benedizioni sono fondate sul convincimento che nella vita in comune di coppie che convivono nell’impegno e responsabilità reciproca ci sia qualcosa di moralmente buono. Laddove entra in gioco la fede, il buono merita di essere benedetto. L’amore di queste coppie è un dono per la Chiesa. Un siffatto amore reciproco impone una benedizione. Laddove gli uomini si amano, Dio è presente».
Queste parole sono arrivate in Vaticano come un fulmine: si tratta della prima volta in assoluto in cui la gerarchia cattolica tedesca ha deciso di ufficializzare una posizione che fino a pochi giorni fa era tollerata nel silenzio. A Roma l’entourage ristretto di Papa Francesco era a conoscenza che presto o tardi una presa di posizione così seria e intransigente sarebbe arrivata dalla Germania.
Per questo motivo, nel luglio 2022 il Papa aveva rivolto un messaggio preciso ai vescovi tedeschi, che in quei giorni si stavano riunendo per discutere e redigere il documento appena pubblicato. Francesco aveva espressamente scritto che «per tutelare la libertà del popolo di Dio e l’esercizio del ministero episcopale, pare necessario precisare che il cammino sinodale in Germania non ha facoltà di obbligare i vescovi ed i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale».
Nel marzo 2021 invece, proprio perché la pratica delle benedizioni clandestine alle coppie gay cominciò a diventare sempre più popolare tra i cattolici tedeschi – e sempre meno nascosta – la Congregazione per la Dottrina della Fede (che è il ministero vaticano che storicamente decide cosa è giusto e cosa sbagliato per la vita dei cattolici nel mondo, fino al 19esimo secolo denominato “Sant’Uffizio”) emise una lunga nota esplicativa in sette lingue diverse per spiegare la ferma contrarietà a qualsiasi tipo di riconoscimento di amore tra persone dello stesso sesso. Il messaggio non fece altro che alimentare l’agitazione nel clero tedesco, da sempre desideroso di acquisire maggiore indipendenza soprattutto in campo morale.
Tra i principali oppositori della rigidità vaticana spicca il cardinale e arcivescovo di Monaco Reinhard Marx, che non ha tardato a farsi sentire nel mezzo dell’approvazione del documento rivoluzionario che ha cambiato la morale della chiesa tedesca.
«È tempo, per il bene degli uomini, di continuare a sviluppare una moralità e una dottrina utile per la vita, che proclami l’amore di Dio per gli uomini», ha detto il cardinale di Monaco intervistato da Radio Bayern 2. Per Marx, «la questione degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica ha dimostrato che esiste un problema fondamentale nel campo relazionale tra la Chiesa e la sessualità».
La ragione per cui la Chiesa cattolica tedesca da decenni è la più aperta in Europa e nel mondo risiederebbe proprio nella durezza con cui il tema della sessualità è stato trattato nel corso dei decenni. Sin dagli anni del Nazismo la repressione nei confronti della comunità Lgbtq+ è stata tra le più imponenti in tutta Europa, e questo ha fatto sì che con l’avvento della stagione dei diritti – soprattutto da quando l’Unione europea si è fatta carico di ciò – il popolo tedesco sia stato tra i più attivi nella promozione di una maggiore liberalizzazione dei diritti sessuali, compreso nella Chiesa e tra i cattolici tedeschi.
Un’altra motivazione risiede nel fatto che il pensiero teologico cattolico tedesco è stato da sempre influenzato dai teologi e filosofi protestanti, che non sono mai riusciti a permeare nelle accademie e nei circoli intellettuali degli altri Paesi europei. A differenza del clero americano, italiano o spagnolo, i vescovi tedeschi hanno da sempre dovuto competere con le chiese protestanti più aperte di tutto il mondo in tema di diritti e di rispetto delle minoranze.
Non a caso l’ex Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), fine teologo tedesco conservatore, ex cardinale di Monaco e poi capo della Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma, non è mai stato visto di buon occhio in Germania, nemmeno dopo l’elezione a Papa. Nel testamento spirituale che ha scritto poche prima di morire, Ratzinger ha invitato la Chiesa cattolica in tutto il mondo a resistere contro le «nuove mode» della teologia contemporanea, che a suo avviso è all’opera per «distruggere» la tradizione millenaria cattolica.
Non da ultimo, ciò che ha reso più combattivi i cattolici tedeschi in tema di diritti è senza dubbio anche e soprattutto la cattiva gestione dello scandalo degli abusi sessuali da parte del clero, che ha allontanato in pochi anni migliaia di fedeli battezzati dalla Chiesa cattolica.
Secondo le ultime indagini condotte in Germania, tra il 1946 e il 2014 almeno 3.677 persone, principalmente minori, sono stati abusati sessualmente da parte del clero. Si tratta del numero di casi di abusi sessuali più alto tra tutte le chiese europee. Sono state tentate diverse misure di “riparazione” per le vittime, che però non hanno portato ai frutti sperati, ma soltanto a una radicale trasformazione del pensiero e della morale dei cattolici tedeschi.
Durante il sinodo che si è appena concluso tra i vescovi tedeschi, si è ribadito più volte che la missione della Chiesa del futuro non può più essere quella di dare patenti di moralità ai fedeli, ma di accettare la libera coscienza di tutti i credenti e di essere più presenti in ambito sociale dalla parte dei più poveri e svantaggiati della società.
A dieci anni esatti dall’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco, la recente decisione della Chiesa tedesca rappresenta senza dubbio il rischio più alto di scisma che si sia mai verificato nella storia contemporanea della Chiesa cattolica. Il numero dei cattolici nel mondo non fa che diminuire in Europa, Nord America e Sud America, mentre aumenta vertiginosamente nei Paesi dell’Africa centrale come il Congo e la Nigeria, considerati l’unica speranza per il futuro della Chiesa.
Tutti i principali vescovi e cardinali africani però si sono già espressi con toni durissimi contro qualsiasi forma di apertura in tema di diritti Lgbtq+. Molti di loro, soprattutto in Sud Sudan, hanno persino criticato con ferocia la recente richiesta di Papa Francesco di non considerare l’omosessualità come un crimine.
Quando nell’ottobre 2023 i vescovi di tutto il mondo dovranno riunirsi per prendere una decisione finale in tema di inclusione delle persone Lgbtq+, si prevede una vera e propria guerra ideologica, che secondo gli esperti Papa Francesco – ormai troppo anziano e affaticato – potrebbe non riuscire a gestire e guidare.
L’universalità della Chiesa cattolica – ovvero il suo essere presente in ogni angolo della Terra ma con il potere centralizzato a Roma e in Vaticano – non sarà più un punto di forza, ma una maledizione che certificherà l’incapacità di omologare culture differenti.
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