Un nuovo studio della University of North Texas presentato al
convegno annuale della American Psychological Association ha offerto alcuni dati inediti sul rapporto tra online dating, in particolare sulla più nota app del settore, Tinder, e le caratteristiche
psicologiche dei suoi utenti.
I ricercatori hanno chiesto a un gruppo di 1.300 persone,
per lo più universitari, di valutare il loro rapporto con il proprio corpo e
con se stessi in generale, attraverso domande quali “Quanto sei soddisfatto delle tue
cosce?” o “Ti capita spesso di fare paragoni fisici tra te e altre persone?”,
per poter dare una valutazione generale dell’autostima dei partecipanti.
Alla fine del questionario, veniva loro chiesto se usassero Tinder. Per chi non conoscesse la app in questione, si tratta di un
programma per smartphone lanciato nel 2012 e usato da circa 50 milioni di persone, in cui gli iscritti possono “scorrere” le foto degli utenti
dell’altro sesso (o del proprio) che si trovano entro un certo raggio geografico,
e scegliere se considerarli fisicamente interessanti o “scartarli”.
Nel caso in cui anche l’altra persona corrisponda l’interesse, i due utenti vengono messi in contatto dalla app e, a quel punto,
possono chattare e, se lo credono, stabilire di incontrarsi anche nella vita
reale per un appuntamento.
La ricerca ha però stabilito che rispetto alle persone che
non erano iscritte alla app, gli utenti di Tinder hanno livelli più bassi di
autostima, si ritenegono meno soddisfatti del proprio volto e sembrano vergognarsi
maggiormente dei loro corpi. Gli stessi sarebbero anche più propensi a considerarsi
come oggetti sessuali, a fare propri gli ideali della società contemporanea riguardo
al concetto di bellezza, e ad avere preoccupazioni costanti rispetto al loro
aspetto.
Secondo Trent Petrie, co-autore dello studio e professore presso
il dipartimento di Psicologia della University of North Texas, sono stranamente
gli uomini e non le donne (cosa anomala per questo genere di test) a
risultare quelli con i più bassi livelli di autostima.
Il fatto che per gli uomini sia statisticamente molto più
frequente accettare la propria disponibilità a un contatto su Tinder rispetto a
quanto non succeda alle donne, che invece tendono a essere più selettive, sembrerebbe
avere un effetto sull’autostima degli utenti maschi, che più spesso delle donne
corrono il rischio di non essere ricambiati, e quindi di considerarsi poco
attraenti per l’intero genere femminile.
Lo studio non vuole determinare se sia Tinder a rendere le persone meno
soddisfatte dei loro corpi, o se le persone con bassa autostima tendano ad
usarlo maggiormente, ma, secondo quanto dichiara il professor Petrie, “In
generale possiamo dire che quando si utilizza una di queste piattaforme di
social media, ci si espone sempre a una potenziale valutazione di sé”. Valutazione che implicitamente può essere negativa e quindi dolorosa.