Dall’indipendenza indiana del 1947, non era mai successo che un solo partito riuscisse a formare un governo senza ricorrere a coalizioni. Nuova Delhi ha sempre visto una serie di governi frutto di fragili compromessi tra partiti diversi, spesso soggetti ai capricci di membri minori.
Ma le elezioni più grandi della storia, con più di 800 milioni di indiani che si sono recati alle urne durante sei settimane, hanno premiato un solo partito un solo uomo. Narendra Modi, leader del nazionalista Bharatiya janata party (Bjp, Partito del popolo indiano), ha conquistato 282 dei 548 seggi in parlamento.
Ex commerciante di tè di umili origini, Modi ha 63 anni e al momento gode di un’enorme popolarità che deriva in gran parte dalla sua fama di amministratore capace, ritenuto in grado di trovare la cura per la zoppicante economia indiana.
Fin da ragazzo, ha militato in Rashtriya swayamsevak sangh (Rss), un’organizzazione paramilitare di estrema destra, più volte dichiarata fuorilegge. Nel 1992, Modi è passato al Bjp, un partito molto vicino all’Rss. Dal 2001 è stato governatore dello stato del Gujarat, nell’India occidentale.
Durante il governo di Modi, il Gujarat si è sviluppato molto da un punto di vista economico, grazie a una politica di sgravi fiscali e di sostegno all’imprenditoria. Ora Modi vuole applicare il “modello Gujarat” a tutto paese, concentrandosi sulle infrastrutture, l’urbanizzazione e l’eliminazione della burocrazia – indispensabile per un paese classificato al 179esimo posto nel mondo dalla Banca mondiale per la facilità di avviare un’impresa.
L’idea di Modi è in netto contrasto con l’approccio dell’uscente partito del congresso nazionale indiano, che si è concentrato sulla promozione della crescita inclusiva che coinvolge una serie di regimi di previdenza. Il partito, guidato dalla famiglia Gandhi, ha ottenuto solo 44 seggi.
Tuttavia lo stile dispotico di Modi e le sue idee nazionaliste ed estremiste gli sono costate più di una critica. Gli analisti temono che sotto il suo governo le minoranze possano essere minacciate e la violenza possa essere tollerata. Modi è stato accusato di non aver fermato la strage avvenuta a Godhra nel 2002, dove più di mille musulmani furono uccisi e centinaia costretti a fuggire a causa delle violenze scoppiate dopo che 59 pellegrini indù erano morti in un incendio su un treno. Molti lo accusano anche di aver ridotto i mezzi d’informazione al silenzio durante il suo governo nel Gujarat.
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