In Italia Matteo Renzi ha compiuto un’impresa. Con i risultati ufficiali ma ancora parziali che lo danno a oltre il 40 per cento dei voti, l’ex sindaco di Firenze ha portato il Partito democratico a raggiungere un record storico e a mettere quasi venti punti di distacco tra lui e il Movimento 5 stelle, dato intorno al 21 per cento. Il risultato potrebbe condurre Renzi alla guida del partito di centrosinistra più forte d’Europa, con 31 seggi in parlamento contro i 27 dell’Spd tedesca.
Il partito anti-establishment di Beppe Grillo si è mostrato più debole del previsto e secondo il Wall Street Journal ciò riduce la probabilità di elezioni anticipate prima della naturale fine del mandato del governo Renzi nel 2018. Forza Italia ha guadagnato il terzo posto ottenendo intorno al 15 per cento.
Ma la vittoria del centrosinistra italiano resta un caso isolato in Europa. Nel resto degli stati i partiti euroscettici di estrema destra hanno guadagnato terreno, mentre i moderati hanno perso seggi rispetto alle scorse elezioni.
Partiti ostili all’Unione europea hanno vinto in paesi come Regno Unito, Danimarca, Francia e Grecia e potrebbero raddoppiare i loro seggi parlamentari in confronto all’ultima elezione europea, nel 2009. Segno che una parte sempre maggiore di elettori vuole ridurre i poteri dell’Unione europea o abolirla completamente.
In Francia il trionfo del Front national, che ha ottenuto il 25 per cento, ha spinto il primo ministro francese a parlare di un “terremoto politico”. Per Le Figaro “gli elettori hanno risposto in modo schiacciante alla chiamata di Marine Le Pen”. Le Monde riporta invece che l’analisi delle motivazioni di voto conferma le ragioni prevalentemente europee della vittoria del Front national: “Dopo cinque anni di crescita zero e aumento della disoccupazione, la vittoria di Marine Le Pen è la prima sconfitta di un’Europa in crisi che non è riuscita a proteggersi”.
Nel Regno Unito per la prima volta nella storia moderna né i laburisti né i conservatori hanno vinto le elezioni, come riportato dal Guardian. La vittoria del partito euroscettico di Nigel Farage – che ha ottenuto intorno al 28 per cento – suona come “un avvertimento mozzafiato” agli altri partiti politici. Venti anni fa, nella sua prima elezione europea, l’Ukip aveva ottenuto solo l’1 per cento dei voti.
L’affluenza alle urne è stata leggermente in crescita (43,1 per cento) secondo i dati provvisori del Parlamento europeo riportati dalla Bbc. É la prima volta che affluenza non scende rispetto alla precedente elezione, ma si tratta solo di un miglioramento dello 0,1 per cento.
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