Sono ormai cinque anni che in Siria si combatte un sanguinoso conflitto civile reso molto complicato non solo dal quadro frammentario delle fazioni in guerra, ma anche dalla complessa situazione regionale e internazionale, che si ripercuote sull’intreccio fluttuante e volatile di alleanze sul campo.
Le parti nel conflitto civile siriano possono essere divise sostanzialmente in cinque gruppi.
FORZE GOVERNATIVE – Le forze che sostengono il governo di Damasco e il presidente Bashar al-Assad. Si tratta delle truppe regolari dell’esercito siriano e di milizie semi ufficiali, sostenute dal cielo dall’aeronautica militare russa e da terra da truppe iraniane (i guardiani della rivoluzione) e miliziani libanesi di Hezbollah.
ESERCITO SIRIANO LIBERO – Tra gli oppositori del regime, il principale gruppo non islamista è quello dell’Esercito siriano libero (Fsa) che comprende principalmente defettori dell’esercito siriano e diversi altri gruppi tra cui musulmani moderati e cristiani.
MILIZIE CURDE – Ci sono poi le milizie curde organizzate nelle Unità di protezione del popolo (Ypg) che combattono nel Kurdistan siriano e arruolano non solo curdi ma anche arabi, turchi, cristiani siriaci e altri.
STATO ISLAMICO – Tra i gruppi islamisti c’è anzitutto l’Isis, la cui capitale siriana è Raqqa, nel nord del paese, lungo il corso dell’Eufrate. L’Isis è un gruppo salafita che ha conquistato considerevoli porzioni di territorio sia in Siria che in Iraq stabilendovi un califfato.
MILIZIE ISLAMISTE – Altri gruppi estremisti appartenenti sempre all’Islam sunnita, ma in competizione con l’Isis sono il fronte al-Nusra, affiliato siriano di al-Qaeda e Ahrar al-Sham, oltre a varie milizie più piccole.
Chi combatte chi
Il conflitto in Siria assume la forma di una guerra di tutti contro tutti. Dal punto di vista del regime, tutti i gruppi elencati sono nemici irriducibili che devono essere eliminati. L’Fsa combatte il regime, ma anche l’Isis e in alcune aree si trova stretto nella morsa tra i due. L’Ypg combatte prevalentemente l’Isis, come del resto i curdi combattono l’Isis nel Kurdistan iracheno. Le milizie islamiste cambiano spesso alleanze e sono un po’ la mina vagante del panorama siriano.
Per quanto riguarda le alleanze regionali e internazionali, gli Stati Uniti e i loro alleati sostengono i ribelli dell’Fsa e le milizie curde, e sono inclini a sbarazzarsi di Assad. La Turchia, alleata non secondaria degli Stati Uniti nell’area, sostiene la ribellione anti-Assad ma osteggia violentemente l’Ypg che vede come un prolungamento del Pkk, partito dei lavoratori curdi attivo in Turchia e considerato organizzazione terroristica dal governo di Ankara.
La Russia sostiene il regime di Damasco, e dispone di basi militari sulla costa mediterranea siriana. La Siria di Assad è il pied-à-terre russo nella regione mediorientale e il conflitto siriano è l’occasione per il Cremlino di tornare protagonista nell’area dopo una lunga egemonia americana.
Insieme alla Russia, la Repubblica islamica iraniana puntella Assad sulla poltrona presidenziale così come fa la milizia sciita libanese Hezbollah. Sul fronte opposto, l’Arabia Saudita, paese sunnita, sostiene la ribellione anti-Assad e tenta in tutti i modi di limitare la sfera di influenza regionale dell’Iran, suo irriducibile rivale.
L’infografica di TPI per spiegare chi combatte chi in Siria:
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