Dopo giorni di violenti scontri a Hong Kong tra attivisti pro-democrazia del movimento Occupy Central e forze dell’ordine, i manifestanti cambiano strategia.
In una conferenza stampa, Benny Tai Yiu-ting, Chu Yiu-ming e Chan Kin-man hanno esortato gli studenti a ritirarsi dalle zone occupate. “Ci apprestiamo alla resa, ma chiediamo agli studenti di ritirarsi per andare a piantare profonde radici nella comunità e trasformare il movimento estendendone lo spirito”.
I tre fondatori di Occupy si sono consegnati alla polizia di Hong Kong, prendendosi la responsabilità per gli atti di disobbedienza civile. Il commissariato li ha però rilasciati senza accuse.
Nessuna conseguenza, almeno per ora, neanche per la sessantina di studenti che hanno inserito le proprie generalità in una lettera indirizzata alla polizia, in cui si dichiaravano colpevoli della una violazione dell’ordinanza sull’ordine pubblico.
Il leader del gruppo Scholarism, Joshua Wong, ha detto ai media che gli attivisti rispettano la decisione dei fondatori, ma che continueranno a restare negli accampamenti. Dopo 5 giorni ha interrotto lo sciopero della fame, ma si è detto intenzionato a non lasciare la piazza.
La polizia ha ricevuto il benestare dell’alta corte di Hong Kong a procedere allo sgombero degli accampamenti rimasti. Lo smantellamento avverrà l’11 dicembre alle 9 (alle due di notte, secondo l’ora italiana). Gli studenti, però, hanno annunciato che opporranno resistenza.
Cosa sta succedendo
Da mesi gli attivisti chiedono elezioni che possano votare liberamente nel 2017, quando verrà scelto il nuovo governatore. E protestano contro Pechino, che il 31 agosto aveva invece annunciato che si si sarebbe potuto votare scegliendo soltanto tra i candidati ritenuti idonei dal governo cinese.
Un comitato composto da 1.200 persone, infatti, passerà in rassegna i nomi, eliminando – si teme – personaggi scomodi all’amministrazione centrale.
Nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, i manifestanti avevano cercato di circondare la sede del governo locale, infrangendo nuovamente l’ordine di smontare le barricate che da settembre occupano il quartiere di Mong Kok, uno fra i luoghi principali della rivoluzione dell’ombrello di Hong Kong.
La polizia ha usato spray al peperoncino e manganelli per disperdere i manifestanti. Il leader della Federazioni degli studenti Alex Chow ha poi spiegato che l’intento era quello di “paralizzare l’attività del governo” dal momento che non accetta il dialogo. “Dobbiamo aumentare la pressione sui loro palazzi”.
Joshua Wong, volto simbolo della protesta e fondatore nel 2011 del gruppo Scholarism che si batte per la democrazia a Hong Kong, l’indomani, cominciato uno sciopero della fame. Il 26 novembre era stato arrestato insieme ad altri manifestanti e rilasciato su cauzione dopo due giorni di prigione.
Era cominciata così
A fine settembre migliaia di persone si erano riversate per le strade di Hong Kong al fine di chiedere elezioni libere e democratiche, nel 2017. La Cina, che sembrava pronta a concederle, aveva poi fatto un passo indietro.
Le proteste, cominciate in modo pacifico, sono poi sfociate in guerriglia urbana. La situazione è degenerata quando la polizia ha iniziato a usare spray al peperoncino, gas lacrimogeni e manganelli per contenere l’avanzata degli attivisti.
Presto, il simbolo della protesta Occupy Central sono diventate le maschere antigas e gli ombrelli, usati dagli studenti per proteggersi dai colpi inferti dalle forze dell’ordine (il video delle riprese del drone).
A novembre sembrava che l’occupazione delle piazze fosse ormai in fase di smobilitazione. Gli attivisti sono tornati a far fronte comune quando il tribunale locale ha ordinato lo smantellamento degli accampamenti intorno alla sede del governo, ad Admiralty, nell’area commerciale di Causeway Bay e nel quartiere di Mong Kok.
Curiosità
Alla manifestazione organizzata da Occupy Central, in questi mesi hanno aderito gli studenti di più di venti atenei oltre a circa 400 persone tra professori e staff di vari istituti.
Hong Kong è una delle città col maggior numero di poliziotti per abitante: se ne contano almeno 30mila, un numero non lontano da quello impiegato a New York, ma per una porzione della popolazione decisamente minore.
È un giovane di 18 anni il volto-simbolo del movimento Occupy Central. Si chiama Joshua Wong, è uno studente che combatte già da qualche anno contro l’ingerenza cinese a Hong Kong.
Hong Kong è stata formalmente colonia britannica fino al 1997. Poi, è passata sotto l’amministrazione del governo cinese sottoforma di “Regione amministrativa speciale”.
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