All’inizio del mese di aprile il periodico russo Novaya Gazeta aveva portato alla luce una campagna in corso in Cecenia contro gli omosessuali. Le informazioni raccolte dalla giornalista Elena Milashina sono state confermate da alcune organizzazioni per i diritti umani e hanno fatto riferimento all’arresto di un centinaio di persone per la loro identità sessuale.
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Il responsabile delle violenze sarebbe il governo locale di Ramzan Kadyrov. L’11 aprile si è pronunciata sulla vicenda anche Amnesty International che con un comunicato ufficiale ha riportato la notizia di maltrattamenti e torture inflitteiagli arrestati per ottenere le generalità di altre persone sospettate di essere omosessuali.
Nell’inchiesta di Novaya Gazeta si fa riferimento all’esistenza di un campo di concentramento segreto nei pressi di Argun, a 15 chilometri a est della della capitale Groznyj. Le persone sarebbero state deportate a scopo preventivo. Alcune organizzazioni hanno parlato anche di vittime delle retate preventive.
L’organizzazione Pride in London ha organizzato una protesta il 12 aprile vicino all’Ambasciata russa della capitale britannica per sollecitare l’attenzione internazionale sulla questione.
Gay men arrested and sent to concentration camp in Chechnya. Join the demonstration outside the Russian embassy tmw: https://t.co/6azt989qj9 pic.twitter.com/XlvVtvh9mE
— Pride in London (@LondonLGBTPride) 11 aprile 2017
Anche il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani ha espresso preoccupazione per la situazione degli omosessuali in Cecenia chiedendo maggiori dettagli su quanto accaduto alle autorità cecene.
Il governo ceceno aveva definito false le rivelazioni del giornale russo. Il portavoce del leader ceceno aveva affermato: “Non si può arrestare e perseguitare persone che semplicemente non esistono nella repubblica”.
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