A Barcellona la mattina di oggi, 29 settembre, si sono registrati degli scontri tra polizia e separatisti. Nella città catalana oggi si sono svolte due manifestazioni: da una parte gli indipendentisti, dall’altra i poliziotti scesi in piazza per chiedere l’aumento dei salari.
Prima di mezzogiorno, la polizia ha caricato la folla dei separatisti che aveva cercato di interrompere la manifestazione degli agenti.
Si sono verificati scontri in Via Laietana, nella zona di Plaza del Angel.
I separatisti si erano radunati per protestare contro la marcia indetta dalle forze dell’ordine spagnole per chiedere un aumento del salario.
I Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma catalana, è intervenuta per formare una barriera quando uno dei manifestanti ha gettato della vernice viola su un uomo che sosteneva la marcia degli agenti.
I poliziotti hanno fatto ricorso ai manganelli per separare i due fronti della protesta.
I media hanno diffuso foto dei Mossos d’Esquadra coperti di pittura e polvere colorate, lanciate dai manifestanti.
Dalle prime ore del mattino i Mossos d’Esquadra sono intervenuti per evitare che gli indipendentisti si dirigessero alla Prefettura, dove si svolgono spesso le manifestazioni della polizia.
A causa delle temute tensioni, era stato inoltre cancellato l’omaggio agli agenti intervenuti contro la celebrazione del referendum sull’indipendenza.
Il primo ottobre scorso i cittadini catalani si recavano alle urne per uno storico referendum sull’indipendenza della Catalogna dalla Spagna, che è stato giudicato però illegittimo dalla Corte suprema spagnola.
A seguito del voto, il Parlament di Barcellona ha approvato una dichiarazione unilaterale di indipendenza, respinta da Madrid.
L’ex presidente catalano Carles Puigdemont, che in Spagna rischiava fino a 30 anni di carcere, si è autoesiliato in Belgio, ma è stato arrestato il 25 marzo 2018 dopo aver attraversato il confine tedesco per rientrare nel territorio belga.
La corte di Schleswig-Holstein, in Germania, aveva deciso di estradare in Spagna l’ex presidente catalano.
L’estradizione era stata disposta non per il reato di ribellione, bensì per quello di malversazione di fondi pubblici.
Il Tribunale supremo spagnolo ha rinunciato però a farsi consegnare il leader indipendentista per non doverlo giudicare solo per questo reato.
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