L’esercito israeliano ha evacuato centinaia di membri del gruppo siriano noto come “Caschi bianchi” da una zona di guerra nel sudovest della Siria, la provincia di Quneitra. Insieme ai membri del gruppo sono stati evacuati i loro familiari.
Secondo diversi rapporti pubblicati nei media israeliani, si tratta di 800 persone, che sono state trasferite dalla Siria alla Giordania attraverso le alture del Golan, occupate da Israele (qui a che punto è lo scontro tra le forze governative e i ribelli per il controllo della Siria).
Gli israeliani hanno detto di aver agito su richiesta degli Stati Uniti, del Regno Unito e di altri paesi europei, come riporta la Bbc.
“A seguito di una direttiva del governo israeliano e della domanda degli Stati Uniti e di altri paesi europei, l’esercito israeliano ha recentemente lavorato per salvare i civili di un’organizzazione siriana e le loro famiglie “, ha annunciato l’esercito.
“Il trasferimento dei siriani passando da Israele è un gesto umanitario eccezionale”, ha aggiunto l’esercito, che ha anche sottolineato che lo stato ebraico “continua a mantenere una politica di non intervento sul conflitto siriano e continua a ritenere il regime siriano responsabile di tutte le attività sul territorio siriano”.
Candidati al premio Nobel per la pace nel 2016, i Caschi bianchi si presentano come un corpo di volontari che salva i civili nelle zone di guerra della Siria. Operano solo nelle zone controllate dai ribelli, ma dicono di essere neutrali (qui chi sono e cosa fanno).
I sostenitori del presidente Bashar al-Assad, e i suoi alleati russi, sostengono invece che i Caschi bianchi siano manipolati da governi stranieri che sostengono l’opposizione al regime siriano. Altri affermano che siano legati a gruppo jihadisti.
I Caschi Bianchi sono finanziati da diversi paesi, tra cui Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Stati Uniti.
A che punto è la guerra in Siria
Dopo il fallimento dei negoziati tra i ribelli e il regime siriano, le forze governative e russe hanno ripreso a bombardare le aree ancora in mano ai ribelli nel sud ovest del paese.
Secondo quanto riferito da un gruppo che monitora la situazione nel paese, nella provincia di Deraa sono stati registrati più di 600 attacchi aerei contro i ribelli.
I bombardamenti si sono intensificati dopo che le forze che si oppongono al governo hanno rifiutato di accettare i termini proposti dai militari russi per mettere fine al conflitto.
L’Onu ha fatto sapere che almeno 320mila persone sono state costrette a lasciare la regione di Deraa dall’inizio delle operazioni militari.
Molti sfollati hanno costruito dei campi improvvisati al confine con Giordania e le alture del Golan, controllate da Israele.
Finora nessuno dei due paesi, però, aveva accettato di accogliere la popolazione in fuga per ragioni di sicurezza interna.