Secondo il quotidiano olandese De Teleegraf, i Paesi Bassi hanno in programma di chiudere cinque carceri
nei prossimi anni, a causa della costante riduzione del tasso di
criminalità che sta progressivamente rendendo inutilizzati i centri di
detenzione del paese.
Ard van der Steur, ministro della Giustizia, ha confermato
che i costi di manutenzione di penitenziari semivuoti sono troppo alti per il
bilancio dello stato, ed è stata quindi deliberata la chiusura delle strutture,
e il trasferimento ad altre mansioni dei dipendenti impiegati nella
sicurezza.
Recentemente, i giudici olandesi stanno concedendo sentenze
più brevi per i condannati, ma c’è stato anche un calo dei reati più gravi negli
ultimi anni, con una riduzione progressiva del tasso di criminalità nazionale dello
0,9 per cento ogni anno.
Inoltre, il tasso di recidività per i criminali olandesi è
molto basso a causa di pene che prevedono spesso un reinserimento in ambienti
di lavoro con un braccialetto alla caviglia in grado di monitorare gli
spostamenti, e un atteggiamento molto permissivo delle autorità nei confronti
dei reati legati alla droga.
Questo fa sì che sui 17 milioni di cittadini residenti nel
paese, solo 11mila siano detenuti, ovvero un tasso dello 0,069 per cento, mentre
il paese con il tasso più alto al mondo, gli Stati Uniti, arriva allo 0,716 per
cento (nel 2011 in Italia il tasso di detenzione era dello 0,1126 per cento).
Già nel 2009 il paese aveva chiuso otto carceri a causa di
una diminuzione della popolazione carceraria, e altri 19 nel 2014. Questo ha
fatto sì che altri paesi abbiano approfittato della rosea condizione olandese
per “prendere in prestito” i penitenziari del paese: nel 2015, infatti, la Norvegia
ha trasferito più di mille detenuti nei Paesi Bassi a causa di un problema
inverso di sovrappopolazione delle carceri.
Altri paesi scandinavi, al contrario, vivono lo stesso
positivo trend olandese: la Svezia, per esempio, ha visto il suo numero di
cittadini reclusi scendere di circa l’1 per cento annuo dal 2004 al 2011, con
un ulteriore ribasso del 6 per cento nel 2012.