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    Caos in Perù, quattro ragazze italiane bloccate su un bus per oltre 24 ore. Imposto lo stato d’emergenza

    Credit: ANSA
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Dic. 2022 alle 09:45

    Caos in Perù, quattro ragazze italiane bloccate su un bus per oltre 24 ore. Imposto lo stato d’emergenza

    Il governo peruviano ha proclamato lo stato d’emergenza per 30 giorni, dopo il caos seguito alla destituzione del presidente Pedro Castillo. Nell’ultima settimana sono almeno otto le persone morte nelle proteste scoppiate dopo il voto con cui il parlamento di Lima ha rimosso l’ex sindacalista, che aveva tentato di sciogliere l’assemblea prima del voto di impeachment.

    Il ministro della Difesa, Alberto Otarola, ha annunciato una “risposta decisa”. Saranno concessi alla polizia poteri speciali per contrastare le proteste e saranno limitati il diritto di assemblea e la libertà di spostamento, mentre le autorità avranno il diritto di entrare in casa senza mandato di perquisizione.

    Castillo intanto è detenuto presso una struttura della Direzione delle operazioni speciali della polizia (Diroes) peruviana, con l’accusa di sedizione e associazione a delinquere. I magistrati hanno chiesto per lui 18 mesi di custodia cautelare. “Vi aspetto tutti presso le strutture Diroes per unirvi a voi in un abbraccio”, ha detto Castillo in un messaggio pubblicato su Twitter, firmato come “Presidente costituzionale del Perù”. Dina Boluarte, l’ex vicepresidente che ha preso il posto di Castillo, ha chiesto la fine degli scontri e ha detto che non potrà esserci dialogo “se c’è violenza tra di noi”.

    Intanto al confine con la Bolivia, un autobus con decine di stranieri è bloccato da oltre 24 ore a causa delle proteste. Tra i 50 passeggeri c’erano anche quattro ragazze italiane tra i 21 e i 33 anni, bloccate in una fila lunga chilometri nel villaggio rurale di Checacupe. Le ragazze, tre romagnole e una di Firenze, sono state trasferite in un ostello. “Stavamo andando in Bolivia dal Perù e ci siamo ritrovati davanti a un muro di terra e a manifestanti di paesini dove parlano ancora la lingua antica peruviana”, il racconto di Giulia Opizzi, Martina Meoni, Federica e Lorenza Zani, riportato dall’Ansa. “Noi siamo tutti bloccati in un paesino sperduto nel nulla. C’è gente che non ha più soldi per mangiare, persone che non riescono a tornare a casa, a prendere un aereo perché cancellati, bambini, non fanno passare ambulanze e siamo senza servizi igienici. La polizia inesistente perché impegnata in città”. “Abbiamo provato a dialogare con i manifestanti ma non si smuovono. Molte persone non hanno più soldi! C’è chi lascia i soldi nel bagno per chi ne ha bisogno. Dormiamo in autobus”, hanno detto le ragazze, che si trovano in Perù da circa due settimane.

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