Il prossimo 13 novembre si terrà il ballottaggio per le elezioni presidenziali della Moldavia. Il candidato filo-russo Igor Dodon nel primo turno che si è tenuto domenica 30 ottobre non è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta dei voti conquistando il 48,5 per cento. La rivale, l’europeista Maia Sandu ha ottenuto il 38,2 per cento delle preferenze.
Le elezioni presidenziali decideranno se la piccola nazione al confine tra Romania e Ucraina tornerà nell’orbita politica di Mosca o cercherà una maggiore integrazione con l’Unione europea.
L’affluenza è stata del 48 per cento e Sandu ha sostenuto che le autorità hanno “impedito” ai giovani di votare, senza tuttavia spiegare nei dettagli come ciò sia avvenuto.
Nel 2015 la politica dell’ex repubblica sovietica in cui vivono 3,5 milioni di persone è stata scossa dalla scoperta che circa un miliardo di dollari erano scomparsi dalle riserve bancarie del paese.
Migliaia di cittadini sono scesi in strada e Unione europea e Fondo Monetario Internazionale hanno interrotto i loro programmi di aiuti. Nello scandalo è rimasto implicato anche il primo ministro Vlad Filat, uno dei cinque premier che hanno ricoperto l’incarico negli ultimi tre anni.
In caso di vittoria, Dodon ha intenzione di istituire un referendum per annullare un accordo commerciale firmato nel 2014 con Bruxelles e partecipare all’Unione economica eurasiatica guidata da Mosca, dalla quale la piccola repubblica dipende anche dal punto di vista energetico.