Il prossimo 7 marzo si terranno le elezioni presidenziali in Sierra Leone.
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L’Alliance Democratic Party (ADP) ha completato il processo di selezione dei propri candidati al ruolo di presidente e di vicepresidente.
I documenti sono stati consegnati alla commissione elettorale e Mohamed Kamarainba Mansaray è stato formalmente dichiarato candidato presidente.
A fargli da vice ci sarà Isata Abdulai Kamara, già segretario generale del partito.
Mansaray e Kamara sono solo i primi due candidati a depositare la propria candidatura ufficialmente, ma non gli unici ad averla annunciata.
L’attuale presidente Ernest Bai Koroma non potrà ricandidarsi, avendo ricoperto l’incarico per due mandati.
Il suo partito, l’All People’s Congress (APC), candiderà Samura Kamara, attuale ministro degli Esteri.
All’opposizione si pongono la nuova Coalition 4 Change, che vede come proprio candidato l’ex vice presidente Samuel Sam-Sumana, vicepresidente fino al 2015, quando venne rimosso dall’incarico da Bai Koroma.
Il Sierra Leone People’s Party (SLPP) candiderà invece l’ex capo dello stato maggiore Julius Maada Bio, mentre la National Grand Coalition (NGC) avrà l’ex funzionario ONU Kandeh Yumkella e l’Unity Party schiera in campo Femi Claudius Cole, unica donna in campo.
Uno dei temi che ha finora maggiormente infiammato la campagna elettorale è quello del ruolo delle aziende nigeriane, sempre più presenti nell’economia della Sierra Leone.
SLPP e NGC hanno accusato l’APC di aver venduto alla Nigeria l’economia del paese e hanno proposto di limitare il business straniero in Sierra Leone.
Kamara, candidato presidente dell’APC, ha invece detto che nessun nigeriano controlla l’economia del paese e che la Nigeria è stato un partner importante per la crescita della Sierra Leone.