Il premier britannico David Cameron ha annunciato che ci sarà un giro di vite sulla pornografia in rete. Le misure di sicurezza prevedono che ogni famiglia britannica, già dotata di un accesso internet, dovrà dichiarare se voglia mantenere un accesso alla pornografia legale sul web; i nuovi utenti invece – al momento dell’accesso – dovranno selezionare se desiderino poter visualizzare tali contenuti online.
Inoltre, Cameron ha dichiarato che in Inghilterra e nel Galles sarà messo fuorilegge il “possesso” di materiale pornografico che simuli lo stupro – come peraltro avviene già in Scozia – e non più solo la “rappresentazione pubblica” di tali scene.
Una task-force inglese e americana sarà creata per affrontare i siti che contengano materiale osceno, mentre Google e altri internet provider dovranno redigere una black-list dei termini di ricerca considerati “depravati” e “illegali”.
Per evitare che bambini possano accidentalmente imbattersi in materiale osceno, le sei maggiori aziende britanniche che forniscono l’accesso a internet wi-fi nei luoghi pubblici hanno firmato un accordo per bloccare la pornografia legale dove i bambini potevano accedervi. L’operazione dovrebbe iniziare a partire dalla fine del mese di agosto.
Altre misure prevedono l’estensione dei limiti posti alla vendita del porno nei negozi, e l’inserimento di pop-up e numeri di assistenza nelle pagine con contenuti illegali. Maggiori poteri saranno inoltre conferiti al “Centro per lo sfruttamento e la protezione online dei minori”, affinché indaghi sulle zone oscure della rete in cui i pedofili condividono immagini illegali.
Il primo ministro britannico ha chiarito la sua posizione dicendo: “Sto facendo questo discorso non perché voglio moralizzare o allarmare, ma perché come politico e come padre, sento che è arrivato il tempo di agire.” E ha aggiunto: “Si tratta di proteggere i nostri bambini e la loro innocenza.”
La decisione è stata presa una settimana dopo l’incontro con i genitori di April Jones e Tia Sharp, due bambine di 5 e 12 anni, uccise da due diversi uomini che avevano in passato avuto accesso a materiali pedopornografici online, entrambi condannati a maggio.
Rory Cellan-Jones, corrispondente della Bbc sulla tecnologia, riporta che per alcuni esperti il giro di vite può creare un pericoloso senso di compiacimento nel violare le norme di sicurezza. I fornitori di servizi internet stanno insistendo sul fatto che non vogliono essere visti come censori, ma dovranno richiedere ai clienti di fare una “scelta attiva” sul filtraggio dei contenuti per adulti.