Il responsabile della sicurezza delle informazioni di Facebook, Alex Stamos, si è dimesso sull’onda dello scandalo Cambridge Analytica, ma continuerà a lavorare per Facebook fino al prossimo agosto per supervisionare il passaggio di consegne.
La sua uscita di scena è un segnale della tensione interna alla digital company sul modo in cui vertici hanno gestito la questione delle fake news diffuse attraverso il social network.
Stamos avrebbe voluto più volte sollecitato la direttrice generale del gruppo, Sheryl Sandberg, ad adottare una politica di massima trasparenza sull’interferenza russa nella piattaforma.
“Ho avuto alcuni disaccordi con tutti i miei colleghi”, aveva detto ieri, lunedì 19 marzo, il responsabile della sicurezza delle informazioni, entrato in Facebook nel 2015 dopo aver lavorato per Yahoo.
In seguito alla pubblicazione dell’inchiesta di Guardian, Observer e New York Times, il titolo della società fondata da Mark Zuckerberg è arrivato a perdere oltre il 7 per cento a Wall Street, un crollo record per gli ultimi sei anni, trascinando giù l’intero listino.
Secondo l’inchiesta giornalistica, la società Cambridge Analytica, legata all’ex consigliere di Trump, Steve Bannon, ha violato 50 milioni di profili Facebook per ottenere dati personali, in quella che è una delle più grandi violazioni di dati della storia.
Dal 2014 la società ha iniziato a raccogliere senza autorizzazione i dati personali degli utenti del social network e ha usato queste informazioni per influenzare le elezioni americane del 2016, che hanno portato all’elezione di Trump alla presidenza.
I vertici di Facebook erano a conoscenza di questa vicenda da tempo, ma non hanno denunciato nulla.
Nel giugno 2016, quando mese il Partito democratico statunitense denunciò di essere stato attaccato da hacker russi, Stamos riunì un gruppo di ingegneri per setacciare Facebook.
A novembre 2016, la squadra aveva scoperto le prove dell’aggressiva attività di propaganda russa attraverso il social network.
Nello stesso mese, l’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, smentì pubblicamente l’idea che le fake news avessero influenzato le elezioni del 2016, definendo questa “un’idea piuttosto pazza”.
Successivamente il team di sicurezza di Facebook riscontrò un incremento della disinformazione di matrice russa.
Nella primavera del 2017, decidere se rivelare l’interferenza russa era diventata una delle principali fonti di discordia all’interno dell’azienda, che ha portato adesso alle dimissioni di Stamos.
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