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    Fino a che età il nostro carattere continua a evolversi?

    Gli psicologi si interrogano da più di un secolo sulla questione della personalità, e su quanto e quando questa possa essere modificata man mano che avanza l’età

    Di TPI
    Pubblicato il 12 Lug. 2018 alle 17:06 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 23:48

    Gli psicologi si interrogano da più di un secolo sulla questione della personalità, e su quanto e quando questa possa essere modificata man mano che avanza l’età di una persona.

    William James, psicologo di Harvard il cui testo del 1890 Principi di psicologia è considerato uno dei cardini della scienza in questione, teorizzò per primo che una volta raggiunta l’età adulta, il carattere personale si “stabilizzi” senza più subire particolari modifiche. Un passaggio del testo citato riporta infatti: “Nella maggior parte di noi, all’età di trent’anni, il carattere si è fissato come fosse intonaco, e come l’intonaco
    non si ammorbidirà più”.

    Brian Little, docente contemporaneo di psicologia presso l’Università di Cambridge e autore del libro Me, Myself, And Us è in parte d’accordo con l’affermazione del suo collega, ma sostiene che le nostre personalità siano “intonacate” solo a metà nel momento in cui si compiono i trent’anni.

    Sarebbe ancora valida l’idea secondo cui si cambia molto durante l’adolescenza e intorno ai vent’anni, rallentando una volta vicini all’approccio con i trenta, ma secondo Little possiamo “scegliere di agire contro la nostra natura”.

    Nel parlare di carattere, gli psicologi di solito riferiscono a cinque tratti distinti: apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevrosi. Queste sono le nostre caratteristiche principali, che in genere non variano a seconda del particolare stato d’animo in cui ci
    troviamo.

    Secondo alcuni, questi tratti sarebbero legati al nostro patrimonio genetico, tanto che ricerche su gemelli identici, per esempio, hanno mostrato che questi cinque tratti sono ereditari al 40/50 per cento, e per il resto sono sensibili alle esperienze personali di ognuno.

    Paul T. Costa Jr., ricercatore emerito presso il laboratorio di scienza comportamentale presso il National Institutes of Health, sostiene: “Se
    seguiamo le stesse persone nel corso del tempo, notiamo che i grandi cambiamenti avvengono dalla prima adolescenza all’età adulta, e dopo i 30-35 anni si affievoliscono notevolmente. Ci sono ancora cambiamenti di personalità in seguito, ma sono molto, molto modesti rispetto alle fasi precedenti della vita”.

    Secondo Costa, dai 18 ai 30 anni le persone tendono a diventare più nevrotiche, più introverse e meno aperte a nuove esperienze, ma anche più cordiali e più coscienziosi. Dopo i 30 anni, si notano le stesse tendenze, ma il tasso di variazione diminuisce notevolmente”.

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