Provare a ricominciare a vivere. È questa la speranza che accomuna tutte le donne indiane sfregiate dall’acido che lavorano presso il Cafe Sheroses’ Hangout, ad Agra, nel nord dell’India.
Il locale è composto da una caffetteria, una biblioteca, una radio e un piccolo negozio dove una giovane donna di nome Rupa vende abiti creati da lei.
Questo progetto è sorto su iniziativa di Stop Acid Attack, un’associazione fondata a Nuova Delhi nel 2013 che difende le vittime di attacchi con l’acido.
Il locale è una grande occasione di reinserimento nella società per le donne e garantisce loro anche un’indipendenza economica.
(Nella foto: alcune delle donne che lavorano presso il Cafe Sheroses’ Hangout, ad Agra, in India).
Mostrare in pubblico il volto sfregiato è la sofferenza psicologica più dura da sopportare, dopo quella fisica derivata dal bruciore che l’acido provoca sulla pelle.
Il progetto è stato infatti pensato per infondere nelle donne la fiducia necessaria per non vergognarsi a mostrare in pubblico il loro volto.
La ventenne Ritu Saini, che lavora nel locale, è stata sfregiata con l’acido da uno dei suoi cugini, perché lo aveva rifiutato. Sebbene si sia sottoposta a dieci interventi chirurgici, Ritu ha perso l’occhio sinistro.
“Prima di lavorare qui tenevo sempre coperto il mio viso”, racconta la donna al The Wall Street Journal.
Ora invece Ritu gira a volto scoperto ed è un esempio da seguire per le altre donne che sono state vittime di attacchi con l’acido e che faticano a mostrarsi in pubblico.
Il Cafe Sheroses’ Hangout rappresenta inoltre un’opportunità per continuare la campagna portata avanti da Stop Acid Attacks e per sensibilizzare quanta più gente possibile su questa problematica.
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