“Ruins, chronicle of an HIV witch-hunt”, è un documentario dell’attrice e regista greca Zoe Mavroudi, e racconta la storia di 31 donne che nell’aprile del 2012, in Grecia, a pochi giorni dalle elezioni nazionali, sono state costrette a sottoporsi al test dell’Hiv.
Scoperte sieropositive, sono state incarcerate con l’accusa di aver causato “lesioni personali colpose ” e di aver trasmesso il virus volontariamente ai loro clienti, attraverso delle presunte attività di prostituzione. Media e politici hanno iniziato a chiamarle le “HIV-positive prostitutes”, nonostante solo una di loro fosse esplicitamente legata al mondo della prostituzione. Molte delle donne mostravano invece segni inconfondibili di dipendenza da droghe e grave indigenza.
Alcune sono state successivamente assolte, e le accuse verso altre sono state ridimensionate, ma nessun rappresentante del governo ha fornito a oggi una giustificazione degli eventi. Nel frattempo i principali media greci hanno pubblicizzato l’identità delle donne con dati personali e fotografie.
Ruins è un documentario sulla criminalizzazione dell’Hiv, e di un evento che, come suggerisce il titolo, ha preso la forma di una vera caccia alle streghe. “Non riuscivo a guardare le foto, mi sembrava assurdo” confessa nel corso del documentario Evangela Surmai dell’Iniziativa di Solidarietà per le donne sieropositive. “Come si può pubblicare una foto, e accusare una donna così, senza prove? É come se la mettessimo nella pubblica piazza, le tirassimo le pietre, la impiccassimo, la bruciassimo”.
Le 31 donne sono solo alcune delle centinaia che nel mese di aprile 2012 sono state costrette a recarsi nei commissariati di polizia con il pretesto di svolgere dei controlli di identità. Una volta arrivate nelle centrali, sono state invece sottoposte al test.
In un’intervista rilasciata al giornale greco online “The Press Project International” la regista ha rivelato i suoi sospetti legati alla tempistica dell’operazione, che è stata condotta a ridosso delle elezioni nazionali. In un momento in cui il Paese era chiamato ad affrontare delle scelte importanti, i mezzi di comunicazione di massa si sono concentrati all’improvviso sul caso delle “prostitute sieropositive”.
“La storia raccontata dal documentario rappresenta tutto ciò che non va nel nostro Paese in questo momento di crisi profonda”, ha dichiarato la regista, secondo cui gli eventi rispecchiano “Il crescente panico collettivo, l’inettitudine delle istituzioni, il servilismo dei mezzi di comunicazione di massa riguardo la presunta santità dell’autorità, l’arroganza della nostra classe politica e lo sviluppo di uno Stato di polizia”.
Il documentario é stato proiettato in diverse città europee a partire da settembre. In occasione della giornata mondiale dell’Aids, il 1 dicembre, è stato reso disponibile in streaming sul sito.
Sempre il 1 dicembre, i giornalisti della ex rete pubblica televisiva greca Ert hanno deciso di trasmetterlo sul sito della Tv, nonostante a giugno il governo abbia deciso di cessare le attività della rete.
Potete vedere il documentario qui.
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