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    Caccia ad Ablyazov

    Il dissidente kazako è il nemico numero uno del presidente Nazarbayev

    Di Caterina Gaeta
    Pubblicato il 24 Lug. 2013 alle 13:58 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:07

    La tattica del presidente kazako è sempre la stessa: trasmettere e diffondere un mandato di cattura mediante l’Interpol con le accuse di attività volte a sovvertire l’ordine pubblico, creazione e partecipazione alla criminalità organizzata, terrorismo, truffa.

    Attraverso l’utilizzo (quasi privato) dei servizi dell’Interpol, per rintracciare e perseguire i suoi oppositori politici fuggiti all’estero, il governo kazako è riuscito a fare parzialmente piazza pulita di tutti coloro che hanno tradito la fiducia di Nursultan Nazarbayev e hanno appoggiato o collaborato con Mukhtar Ablyazov.

    Nel 2007 Rakhat Aliyev, genero e braccio destro di Nazarbayev, ha costituito un dossier di documenti contro il presidente kazako nel tentativo di prenderne il posto.

    Nel 2011 è stato inviato il primo mandato di cattura internazionale per frode ai danni della Bta Bank verso Tatiana Paraskevich, manager della campagna di investimento “Eurasia” il cui presidente era Ablyazov. In questo caso il procedimento è stato bloccato perché si riteneva che le accuse fossero motivate politicamente.

    Nel 2012 è il turno di Aleksandr Pavlov, ex capo delle guardie del corpo di Ablyazov, arrestato a Madrid in seguito a un mandato di cattura internazionale con l’accusa di frode e appropriazione indebita, e successivamente di terrorismo. Anche in questo caso il governo spagnolo ha rifiutato l’estradizione.

    Nel 2013 tocca a Muratbek Ketebayev, vecchio collaboratore di Ablyazov e oppositore politico di Nazarbayev, accusato di attività mirata a rovesciare l’ordine costituito e la partecipazione ad attività di criminalità organizzata. La Polonia ha rifiutato l’estradizione e Ketebayev è in attesa di ottenere asilo politico.

    Infine, nel maggio del 2013, il governo kazako crede di aver trovato il latitante Ablyazov a Roma e fa spiccare un mandato di arresto con l’esplicita richiesta di rimpatriare anche la moglie, nel caso si trovi illegalmente sul territorio italiano. Questo è l’unico caso di rimpatrio riuscito.

    Ablyazov ha doppiamente tradito la fiducia del suo benefattore Nazarbayev. Ministro dell’Energia, dell’Industria e del Commercio alla fine degli anni Novanta, crea il movimento di opposizione “Scelta Democratica del Kazakistan” e viene condannato a sei anni di carcere per formazione di gruppo criminale, attività illegali e abuso d’ufficio. Nel 2003 viene graziato a patto di non interessarsi più di politica e di trasferire il 60 per cento delle azioni della Bta Bank al presidente Nazarbayev, che lo fa presidente del Cda della banca.

    Questi accordi sono stati rispettati in modo elastico: Ablyazov non ha mai smesso di opporsi politicamente al presidente. Inoltre, se da una parte trasferiva a Nazarbayev parte delle azioni, nello stesso tempo faceva uscire ingenti somme di denaro verso società offshore. In questo, cruciale era l’aiuto di Syrym Shalabayev, fratello della moglie Alma, anch’esso ricercato dall’Interpol e latitante dopo essere fuggito da una condanna a 18 mesi dalla Corte di Londra.

    Anar Aitzhanova, famosa cantante kazaka e moglie di Erzhan Tatishev, ex presidente e co-azionista della Bta Bank, nel 2005 ha creato la Sevw Holding Gmbh con sede in Austria; il suo maggior azionista è la Refgen Technologies Inc. una compagnia offshore con sede alle Seychelles il cui proprietario è Syrym Shalabayev. A questa compagnia è legata la Global Wealth Management Center Limited, una ‘master client’, vale a dire un intermediario che aiuta i suoi clienti a istituire delle entità offshore; ne ha costituite più di 180 sparse per il mondo. Syrym risulta essere il ‘beneficial owner’ di 17 di queste compagnie offshore .

    Ma questa è solo la punta di un iceberg che conta quasi 600 aziende registrate da Ablyazov con il nome di parenti e collaboratori, tutte costituite grazie a prestiti gargantueschi da istituzioni finanziarie estere, che non prevedono il pagamento di interessi. Tutte o quasi sono società di comodo, fasulle, così da drenare il contenuto delle casse della Bta Bank verso conti personali del dissidente politico Ablyazov.

    Ma questo non basta a fare di Ablyazov il nemico numero uno, per cui valga la pena disturbare tanti governi in Europa.

    Di certo Ablyazov, come Aliyev, è un “kompromat”, è in possesso di materiale compromettente – come relazioni su determinati affari internazionali ottenuti attraverso tangenti e dimostrazioni di corruzione. Non solo possiede documenti riservati su Nazarbayev ma anche sulle multinazionali del petrolio, dell’energia e su governi e compagnie attive in Kazakistan o con interessi economici nel Paese.

    A questo si aggiunge la vecchiaia e la solitudine di un presidente che non ha ancora nominato un delfino e intorno al quale si sta formano una crescente opposizione in seno ai circoli delle élite a lui vicine.

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