Con un’affollata cerimonia di apertura hanno preso il via a Bruxelles i lavori del forum EDD2018, le giornate europee dello sviluppo.
Capi di Stato e di governo, teste coronate e cantanti sono intervenuti sul tema scelto per quest’anno: “Donne e bambine di fronte alla sfida dello sviluppo sostenibile: proteggere, sostenere e investire”. “Se in Europa stiamo bene, non vuol dire che nel mondo vada tutto bene”, ha detto il presidente della Commissione Europea in apertura dei lavori.
“Dobbiamo collaborare maggiormente con l’Africa, pensando al futuro”, ha aggiunto. Di sviluppo inclusivo ha parlato la padrona di casa, la regina del Belgio, Matilde d’Uekem d’Acoz, che ha posto l’attenzione sui diritti dei disabili e sul tema della salute mentale.
Un’altra testa coronata, la giovane regina di Spagna Letizia Ortisei Rocasolano, ha richiamato l’Europa al suo ruolo centrale nella lotta alla disuguaglianza e nel garantire i diritti umani per tutti. Significativo l’intervento del primo leader africano a prendere la parola, il presidente del Rwanda Paulo Kagame, che ha denunciato le troppe discriminazioni che ancora subiscono donne e bambini e la necessità di interventi concreti per contrastare la piaga degli abusi sessuali e della negazione del diritto all’espressione e all’autodeterminazione.
“La comunità internazionale deve considerare l’uguaglianza di genere un impegno quotidiano”, ha ammonito la presidentessa della Repubblica di Malta Marie-Louise Coleiro Precari, aggiungendo che “vanno create occasioni di sviluppo e che c’è una differenza importante tra il dire e il fare e questo è il momento del fare”.
Lotta alle barriere e alla discriminazione per dare alle donne lo spazio che meritano nel cuore della società: questo l’impegno del presidente del Burkina Faso Rock Marche Christian Kaborè. Sul palco della Commissione Europea come in campo, l’intervento di Georgetown Weah ha suscitato applausi e consensi.
L’amato calciatore, ora presidente della Liberia, ha dichiarato che “lo sviluppo senza le donne non è sviluppo, e che gli abusi provocano problemi persistenti, specie tra i giovani”. Molto significativo e apprezzato anche l’intervento della primo ministro della Norvegia, Erna Solberg, che ha affermato che “l’uguaglianza di genere non è una scelta politica, ma un diritto umano, per questo è importante la partecipazione delle donne e il loro accesso alle risorse”.
Amina Mohamed, vice segretario generale delle Nazioni Unite, ha puntato il suo discorso sulla necessità di creare consapevolezza, di educare dal basso le comunità locali per prevenire la violenza e favorire lo sviluppo”.
Attenzione particolare al diritto all’istruzione è stata dedicata dal presidente della Nigeria Muhammadu Buhari, che ha ricordato come lo studio rappresenti ancora un sogno per molte bambine. Ultimo tra i leader a intervenire è stato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che ha dichiarato come, ancora oggi, la povertà nel mondo abbia il volto delle donne, prime vittime delle guerre e delle catastrofi.
Tajani ha esortato i Paesi dell’UE a battersi insieme per difendere i diritti umani, affermando però che “vanno investite maggiori risorse e che servono più fondi anche per contrastare l’immigrazione clandestina”.
Oltre agli interventi di natura politica, la cerimonia si è arricchita di due momenti musicali indimenticabili, quello della cantante beninese Angelique Kidjo, la cui splendida voce ha scaldato i cuori dei presenti, e che ha dichiarato che contro la violenza di genere e per l’uguaglianza continuerà a lottare con l’unico mezzo che ha a disposizione, la sua voce.
L’altra voce, quella straordinaria di Youssou N’Dour, ha concluso l’evento con una canzone toccante dedicata all’Africa. Significativo l’applauso quando l’artista ha citato Nelson Mandela. “Che SheisWe non sia solo un hashtag, ha concluso, ma sia un impegno concreto e duraturo”.