Un matrimonio lungo 20 anni e due figlie. Entrambe femmine. Così il marito, insieme ai suoi genitori, ha deciso di bruciare viva la moglie, “colpevole” di non riuscire a dargli un maschio, insieme alle bimbe di 5 e 8 anni.
Una storia orribile di maschilismo e violenza brutale che arriva dall’India, dal villaggio di di Siswar, nella regione nord orientale di Bihar.
Pushpa Devi, 40 anni era sposata da tempo con Manoj Soni, con il quale aveva avuto due bambine.
Secondi media locali, i rapporti familiari erano tesi da tempo. Pushpa subiva le pressioni dei genitori si Manoj ogni giorno, i quali la ritenevano responsabile di non riuscire a concepire un figlio maschio.
Manoj avrebbe pagato cure costose, e inutili, per diventare padre di un bambino, rivolgendosi persino a uno stregone per “scacciare gli spiriti maligni”.
Ma non è servito a nulla, così il 31 ottobre 2018 la tensione è esplosa tra le mura domestiche e la follia ha preso il sopravvento.
Secondo la prima ricostruzione, gli assassini – marito e suoceri della vittima – hanno aspettato che la donna e le figlie andassero a dormire e, dopo averle imbavagliate, le hanno cosparse di benzina e dato fuoco.
Quando hanno visto il fumo uscire dalla casa, i vicini sono accorsi ma non sono riusciti a salvare la madre e le bambine per le quali non c’era più nulla da fare.
Nel frattempo i tre autori del delitto sono scappati, e la polizia ha avviato un’imponente ricerca in tutto il paese.
“L’hanno sempre maltrattata per non aver avuto un maschio – ha detto il fratello di Pushpa – ma la persecuzione è aumentata quando il trattamento medico e gli esorcismi non hanno funzionato”.
“Anche nel giorno dell’omicidio – ha proseguito – sua suocera mi ha chiamato dicendomi ʽtua sorella non è riuscita a dare alla luce un maschio nonostante tutti i nostri sforziʼ”.
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