La Camera dei Comuni potrebbe esprimere il proprio parere su un emendamento per un secondo referendum sulla Brexit. Questo l’annuncio fatto il 21 maggio dalla premier inglese Theresa May, che si è comunque detta contraria ad una seconda consultazione.
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L’annuncio si inserisce nell’ambito dell’approvazione della legge quadro sull’uscita dall’Ue che verrà presentata dal Governo a Westminster a inizio giugno.
La premier ha parlato di “un nuovo accordo” sulla Brexit nel presentare il testo di una legge attuativa che verrà sottoposta all’esame del Parlamento britannico a inizio giugno come estremo tentativo per rompere lo stallo sull’uscita dall’Ue.
“Votare no in seconda lettura vorrebbe dire votare no alla Brexit”, ha detto la premier spiegando che bisogna “trovare un terreno comune in Parlamento” per attuare un’uscita concordata dall’Unione.
May ha definito “un compito enorme” il percorso verso la Brexit dopo un risultato “chiaro, ma ravvicinato” nel referendum del 2016. “È stato più ancora difficile di quanto avessi previsto”, ha poi ammesso, per poi aggiungere che la soluzione migliore resta quella di “uscire dall’Ue con un buon accordo” e fissare le basi di una forte “partnership futura” con gli altri 27 paesi.
Nel suo ultimo discorso pubblico a Londra la premier ha presentato alcune istanze dell’opposizione laburista per dimostrare l’apertura del suo Governo sulla questione Brexit: dall’ampliamento (sia pur per ora provvisorio) dei tempi di un legame doganale con l’Ue, al mantenimento degli standard europei di tutela dei lavoratori e dell’ambiente.
Il leader dei Laburisti però ha già annunciato che si opporrà alla premier May: è “una rimasticatura di quanto già discusso, non vedo come (la legge quadro) possa passare in Parlamento” a inizio giugno.
“Non vi sono cambiamenti fondamentali sull’allineamento al mercato unico e sull’unione doganale” e quindi restando così le cose i Labour “non sosterranno” ufficialmente il testo in seconda lettura.
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