Il 10 aprile 2019 il Consiglio dei ministri dell’Ue si riunisce in seduta straordinaria per decidere il futuro del Regno Unito.
La premier Theresa May ha chiesto all’Ue una proroga fino al 30 giugno per trovare un compromesso all’interno del Parlamento ed evitare un’uscita senza accordo, scongiurando così il temuto scenario No-deal.
L’Ue ha quindi due scelte: assecondare la richiesta della premier britannica, stabilendo eventualmente una data diversa dal 30 giugno come termine ultimo per lasciare Bruxelles; rifiutare la richiesta e far scattare la Brexit il 12 aprile.
Gli scenari possibili dopo il 10 aprile:
L’Ue accetta la proroga
Se il Consiglio europeo voterà a favore di una proroga, la premier potrà tornare al tavolo dei negoziati con l’opposizione in Parlamento per arrivare ad un’uscita ordinata di Londra dall’Ue.
Il governo britannico avrebbe tra l’altro due scelte: proporre nuovamente al Parlamento l’accordo già negoziato con l’Ue e respinto in tre diverse occasioni dalla Camera dei comuni o proporre a Bruxelles nuovi negoziati per cambiare i termini dell’uscita.
Nuovo accordo
Il Governo di Londra, ottenuta la proroga richiesta, potrebbe decidere di tornare al tavolo dei negoziati con l’Ue. Se Bruxelles accetta di rinegoziare la Brexit, i tempi dell’uscita di Londra si allungherebbero e i cittadini britannici dovrebbero partecipare alle elezioni europee del 26 maggio.
L’Ue non accetta la proroga
Se il Consiglio non dovesse accordare alla May la proroga da lei richiesta, Londra sarebbe costretta a lasciare l’Ue il 12 aprile senza un accordo, dando vita allo scenario No-deal.
No-deal
Se si dovesse arrivare allo scenario del No-deal, dalla mezzanotte del 12 aprile le leggi dell’Unione europea smetteranno immediatamente di avere valore nei confronti del paese e al suo interno. Questa opzione pone Londra sul piano di qualsiasi altro paese terzo all’Ue. Qui abbiamo spiegato nel dettaglio in cosa consiste il No-deal.
Secondo referendum
Uno dei possibili – per quanto attualmente improbabili – scenari è un secondo referendum sulla Brexit.
La consultazione potrebbe essere semplicemente consultive, anche se i parlamentari che chiedono un ritorno alle urne vogliono che il risultato sia vincolante.
Elezioni generali
Per cercare di uscire dall’impasse, la premier May potrebbe decidere di indire nuove elezioni generali con il sostegno di 2/3 del Parlamento. La prima data utile per l’apertura delle urne sarebbe 25 giorni dopo la decisione di far cadere il Governo.
Annullamento della Brexit
Tra gli scenari possibili anche un definitivo passo indietro. Come sentenziato dalla Corte europea a dicembre 2018, Londra potrebbe revocare unilateralmente l’articolo 50 e decidere così di restare nell’Unione europea.