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    Brexit, in caso di “no deal” Londra taglierà i dazi sulle importazioni

    Il taglio dei dazi punta a contenere l'aumento dell'inflazione. Credit: GLYN KIRK / AFP

    Se ci sarà un'uscita dall'Ue senza accordo l'87 per cento delle merci in entrata non sarà soggetto a imposte: ne beneficeranno soprattutto i paesi extra-Ue

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 13 Mar. 2019 alle 10:29 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:59

    Dopo che il Parlamento di Londra ha bocciato l’accordo tra il Governo britannico e l’Unione europea, l’ipotesi “No Deal” per la Brexit si fa sempre più probabile. A poche ore dal voto decisivo, il Governo ha fatto sapere che in caso di uscita dall’Ue senza accordo non saranno introdotti dazi sulla maggior parte delle importazioni dall’estero.

    L’obiettivo è evitare un forte aumento dell’inflazione.

    In particolare, l’87 per cento delle merci in entrata non sarebbe soggetto ad alcuna tariffa, mentre sarebbero mantenuti i dazi sul settore dell’automotive e su alcuni prodotti agroalimentari, come manzo, agnello, pollame e latticini.

    Come spiega il quotidiano britannico The Guardian, il nuovo regime tariffario segnerebbe una svolta a beneficio dei paesi extra-Ue.

    Infatti, mentre oggi sono esentasse il 100 per cento delle importazioni dall’Unione europea e il 56 per cento di quelle dal resto del mondo, con il nuovo scenario  risulterebbe sgravato da dazi l’82 per cento delle merci europee e il 92 per cento di quelle extracomunitarie.

    Il Governo di Londra ha inoltre annunciato che, in caso di Brexit senza accordo, non saranno introdotti nuovi controlli o dichiarazioni doganali per le merci provenienti dalla Repubblica d’Irlanda che entrano in Irlanda del Nord.

    Il ministro britannico delle Politiche commerciali, George Hollingbery, ha dichiarato che la “priorità” del Governo “è garantire un accordo con l’Ue per evitare l’interruzione dei nostri rapporti commerciali globali”: “Ma dobbiamo prepararci a tutte le eventualità”, ha aggiunto.

    Hollingbery ha spiegato che il piano di Londra “rappresenta una modesta liberalizzazione delle tariffe”, che ha l’obiettivo di scongiurare “potenziali picchi di prezzo che colpirebbero le famiglie più povere”.

    Il ministro irlandese per gli Affari europei, Helen McEntee, ha affermato che la prospettiva di dazi sulle esportazioni di carne bovina e latticini verso il Regno Unito dalla Repubblica sarebbe “assolutamente disastrosa per l’agricoltura irlandese”.

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